- Nome
- Guido Dorso
- Data di nascita
- 30/05/1892
- Data di morte
- 05/01/1947
Nacque il 30 maggio 1892 ad Avellino da Francesco, funzionario delle poste, ed Elisa Gallo, insegnante elementare. Dopo il Liceo classico nella città natale, si laureò in Giurisprudenza all’Università di Napoli nel 1915.
Allo scoppio della Grande guerra si schierò con gli interventisti, come testimoniato da alcuni interventi pubblicati sul «Popolo d’Italia» diretto da Benito Mussolini. Partecipò al primo anno di conflitto, ma a causa di problemi di salute, nei primi mesi del 1916 venne esonerato. Nel 1919 riprese l’attività pubblicistica nella sua città natale, scrivendo per alcuni fogli locali.
Nel 1923, dopo tre anni di silenzio, fondò un nuovo settimanale, «Il Corriere dell’Irpinia». La linea editoriale e gli interventi dello stesso Dorso su temi di politica nazionale e locale si caratterizzavano per il tono polemico verso lo status quo politico-istituzionale, soprattutto relativamente alla condizione del Mezzogiorno, e per una crescente opposizione al fascismo. La direzione del settimanale lo portò ad entrare in contatto con Piero Gobetti che, nel giugno del 1923, lo invitò a collaborare alla sua «Rivoluzione liberale», di cui divenne autorevole firma. L’elaborazione di Dorso avrebbe trovato una sua compiuta enunciazione in La Rivoluzione meridionale, uscito nel 1925 per la casa editrice fondata da Gobetti.
A seguito del consolidamento del regime fascista, è sorvegliato dalle autorità, costretto a limitare la sua militanza antifascista, dedicandosi all’attività di avvocato. In questi anni concentrò le sue energie intellettuali nell’analisi del regime mussoliniano. Testimonianza di suo interesse è la redazione di una biografia di Mussolini, rimasta incompleta, che sarebbe stata pubblicata postuma (1949) con il titolo Mussolini alla conquista del potere.
Solo in seguito al crollo del fascismo e all’armistizio del settembre 1943 poté tornare all’impegno politico e pubblicistico, che si legò alla sua militanza nel Partito d’Azione. L’avellinese divenne una delle figure di spicco del gruppo dirigente meridionale del partito. Nell’estate del 1945 accettò di dirigere il quotidiano napoletano “L’Azione”, organo degli azionisti dell’Italia meridionale. L’esperienza alla guida del quotidiano ebbe però breve durata, terminando nel dicembre del 1945, con la chiusura del giornale.
In occasione del referendum del giugno 1946 prese parte a una nuova iniziativa politica, candidandosi all’Assemblea costituente assieme ad altri esponenti del meridionalismo di area azionista per le circoscrizioni pugliesi e lucane. I voti della lista non furono però sufficienti ad avere eletti.
I mesi successivi furono segnati da un peggioramento delle sue condizioni di salute e morì il 5 gennaio 1947, nella sua casa avellinese. Il profondo e crescente disincanto per le vicende politiche lo avevano spinto, negli ultimi mesi della sua vita, a un'intensa fase di studio e di elaborazione teorica. Lasciti di questa sua ultima fase di riflessione sono due saggi, pubblicati postumi: La dittatura borghese da Napoleone a Hitler e Classe politica e classe dirigente.
La biblioteca privata e l’archivio personale sono conservati, ed accessibili al pubblico, presso il Centro di ricerca a lui intitolato, ad Avellino.
Mario De Prospo
Francesco M. Biscione, Dorso, Guido, in: Dizionario biografico degli italiani, vol. 41, 1992.
Mario De Prospo, Guido Dorso, in: L’élite irpina: centocinquanta biografie, 1861-2016, a cura di Guido Melis e Antonella Meniconi, Napoli, Editoriale scientifica, 2019, p. 216-220.