- Nome
- Giorgio Amendola
- Data di nascita
- 21/11/1907
- Data di morte
- 05/06/1980
Nato a Roma nel 1907, frequentò scuole private religiose e si iscrisse al liceo Visconti, conseguendo la maturità nel 1926. Da Roma si trasferì a Napoli, quindi frequentò la Facoltà di giurisprudenza e si laureò nel 1930 con una tesi in economia politica, relatore Augusto Graziani.
Deciso oppositore del Fascismo – il padre perse la vita a causa di un’aggressione delle squadre fasciste –, aderì al Pci nel 1929 anche su invito dell’amico Emilio Sereni e nel 1932 venne condannato al confino sull’isola di Ponza per cinque anni. Qui fu raggiunto dalla sua compagna, Germaine Lecocq, che sposò nel 1934. Nel 1937 riuscì a raggiungere clandestinamente Parigi (con una breve parentesi trascorsa in Tunisia nel 1939), dove diresse i gruppi comunisti italiani e divenne direttore della rivista antifascista «Il Giornale». Durante gli anni di prigionia, trasferito da una località all’altra, si dedicò allo studio e frequentò quando possibile le biblioteche: tra queste, quella dei confinati politici a Ponza, quella del Carcere di San Vittore a Milano e di Regina Coeli a Roma.
Nuovamente in Italia dal 1943, partecipò alla Resistenza divenendo nel secondo dopoguerra uno dei più influenti e autorevoli dirigenti del Pci. Attivista politico, fu eletto deputato alla Costituente nel 1946 e alla Camera nel 1948, rimanendo sempre al vertice del partito.
Dal 1967 si impegnò nella scrittura e pubblicò Comunismo, antifascismo e Resistenza, cui seguirono Lettere a Milano nel 1973 e Intervista sull'antifascismo nel 1976. Del 1980, anno della sua morte nella capitale, è l’opera considerata maggiore, l’autobiografia L’isola.
Le carte di Giorgio Amendola sono attualmente conservate presso la Fondazione Gramsci a Roma.
Giulia Di Perna
Michele Fatica, Amendola, Giorgio, in: Dizionario biografico degli italiani, vol. 34, 1988.