- Fonte:
- Leonardo Sciascia, Prefazione, in Giuseppe Rensi, Lettere spirituali, Milano, Adelphi, 1987, p. 1-6.
«A scuola, al secondo anno di storia della filosofia [...], ebbi la fortuna di trovare un professore che la filosofia amava raccontarcela per problemi [...].
Alla prima lezione, il professore – si chiamava Giuseppe Bianca [...] – sulla lavagna disegnò un cerchio da un lato, un albero dall'altro [...].
Tra i filosofi di cui si conversava (propriamente si conversava, e anche, cosa che allora era incredibile potesse accadere in un'aula scolastica, fumando), il professore evidentemente amava molto Spinoza; e io ne ero affascinato. E mi consigliò, il professore, di leggere un libro che su questo filosofo aveva scritto, chiarendone ogni oscurità, un filosofo italiano che il fascismo aveva allontanato dall'insegnamento universitario: Giuseppe Rensi.
Trovai il libro alla biblioteca comunale: e avidamente lo lessi pigliando qualche appunto, copiando qualche pagina. Libro davvero di cristallina chiarezza e di grande passione: e oltre a rendermi più affascinante Spinoza, mi affezionò a Rensi così intensamente e durevolmente che non solo lessi e rilessi allora tutti i suoi libri che riuscii a trovare, ma ancora oggi [...] spesso mi accade di riprenderne uno suo».
(Leonardo Sciascia, Prefazione, in Giuseppe Rensi, Lettere spirituali, p. 1-3. Il ricordo deve riferirsi all'anno scolastico 1939/40, all'Istituto magistrale di Caltanissetta).