- Fonte:
- Leonardo Sciascia, Lettera ai siciliani, «La stampa», 110, n. 105 (6 mag. 1976), p. 1-2.
«Lavoro per ora a raccogliere documenti, testimonianze e interpretazioni su un momento confuso ed oscuro della storia siciliana, su un fatto di cento e più anni fa in cui "mene reazionarie" (così sono intestate le cartelle dei rapporti di polízia) si esaltano in gratuite atrocità e si astraggono e svaniscono [...] nei silenzi più o meno interessati. [...]
Per questo lavoro, ogni mattina vado all'archivio di Stato o alla biblioteca comunale. Ci vado servendomi di un mezzo pubblico e ne torno a piedi, attraversando quasi tutta la città. Quelle strade [...] sono come una parte di me, corrispondono a quello che sono, a quello che conosco, a quello su cui mi arrovello; e corrispondono anche alla mia quasi quotidiana delusione delle ore passate all'archivio o in biblioteca. Ogni mattina, o quasi, aprendo una cartella di documenti o un volume a stampa in cui qualcosa dovrei trovare di quello che cerco, non la trovo. [...] Raccolte di giornali: e mancano proprio i numeri che io cerco.»
(Leonardo Sciascia, Lettera ai siciliani, p. 1. Lo scrittore stava lavorando al racconto I pugnalatori, pubblicato nell'autunno di quell'anno).