- Fonte:
- Carlo Dionisotti, Ricordi della scuola italiana, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1998.
«Milano è la prima tappa per chi muova da Torino alla scoperta dell'Italia. Non parlo dell'Italia turistica, ma di quell'Italia storica, che è la nostra nazione e patria. Nel mio noviziato di studioso della letteratura italiana, l'Italia che io cercavo, uscendo da Torino, era composta di libri. Pertanto la mia prima tappa fu nella Biblioteca Ambrosiana di Milano. Là, nel solo fondo antico, cinquecentesco, che allora più m'importava, era un patrimonio di libri manoscritti e stampati incomparabilmente maggiore di quello delle biblioteche torinesi a me note. Di là, dall'Ambrosiana, bisognava passare, per procedere ad altre tappe: Venezia, Firenze, Roma. L'Italia del mio noviziato di studioso non poteva bastare, andando avanti, negli anni Trenta, al cittadino e all'insegnante. Dai libri, dalle biblioteche, bisognava ricavare una lezione immediatamente valida, discutibile con altri, di altra età e professione, coi giovani nella scuola. Bisognava insomma scoprire e capire, cercar di capire, l'Italia storica».
(Carlo Dionisotti, Milano dal Regno italico al Regno d'Italia, in Ricordi della scuola italiana, p. 241-250: 241. Già pubblicato, col titolo La cultura milanese dal Regno italico al Regno d'Italia, in «Aevum», 66 (1992), n. 3, p. 619-624).