- Fonte:
- Cesare Pavese, Lettere 1924-1944, a cura di Lorenzo Mondo, Torino, Einaudi, 1966.
«A me tu dovresti fare il favore di mandare, prelevandolo dall'Istituto Americano [di Roma], Mardi di Melville.»
(Cesare Pavese, lettera a Mario Alicata, [Torino novembre 1941], p. 617. Questa lettera e le successive si riferiscono ai progetti in corso della casa editrice Einaudi, allora con una sede a Roma oltre che a Torino).
«Carissimo,
le opere di Swift sono tredici volumi settecenteschi che alla Biblioteca non mi vogliono dare perché è cominciato il prestito estivo, per cui occorre non so che alta benemerenza onde avere la malleveria.
Siccome non ho tempo a passare i pomeriggi in Biblioteca per sfogliarli tutti, rimetto alla vostra traduttrice la scelta delle cose piú piccanti – avvertendola di allontanarsi al possibile dalla scelta di Prezzolini e tener presente che i libelli religiosi sono i meno interessanti.»
(Pavese, lettera a Alicata, Torino 13 luglio 1942, p. 642. Probabilmente Pavese aveva cercato di avere in prestito l'edizione di Edimburgo 1774 pervenuta all'Università di Torino con il lascito dei libri di Arturo Graf. La traduttrice a cui si accenna è Lidia Storoni Mazzolani).
«Sta' tranquillo, il tuo Gordon [la traduzione di Gordon Pym di Poe] è qui, con un testo di fortuna pescato alla Biblioteca. Dovrei dargli un'occhiata ma ho tante di queste occhiate da dare qua e là che non so dove rivolgermi prima.»
(Pavese, lettera a Gabriele Baldini, Torino 19 ottobre 1942, p. 656. Pavese, come scrisse a Muscetta, aveva avuto in prestito un'edizione in lingua originale dal Gabinetto Vieusseux).
«Caro Alicata,
qui a Torino diventa sempre piú difficile esaminare testi. Persino le biblioteche dei senatori (quelle non bruciate) sono in cantina. Quindi non sappiamo che cosa risponderti sulle novelle di Stevenson».
(Pavese, lettera a Alicata, Torino 10 dicembre 1942. La lettera, non compresa nella raccolta, si legge in Cesare Pavese, Officina Einaudi: lettere editoriali 1940-1950, a cura di Silvia Savioli, introduzione di Franco Contorbia, Torino, Einaudi, 2008, p. 88).
«Siete dei salami: avete mandato il Droysen Historik dell'Alessandrina a Giorgio Abetti invece che all'Alessandrina.»
(Pavese, lettera a Carlo Muscetta, Torino 17 agosto 1943, p. 725. Evidentemente l'opera – probabilmente nella prima edizione di Monaco 1937 – era stata presa in prestito alla Biblioteca e la sede di Roma della casa editrice Einaudi avrebbe dovuto restituirla).