Vichi (1966)

Fonte:
Nella Santovito Vichi, Olindo Guerrini = Lorenzo Stecchetti a cinquant'anni della morte, «Almanacco dei bibliotecari italiani», 1966, p. 201-213.

«Primavera 1907: Biblioteca Universitaria di Bologna, stanza per le signorine. Una studentessa, seduta ad uno dei brutti tavoli di mezzo, volgendo le spalle alla finestra, tiene aperto dinanzi un atlante di epigrafi greche: mancano pochi giorni all'esame di quella materia, svolta dal prof. [Vittorio] Puntoni. Nella parete di fronte a lei sono, di qua e di là, due altri tavoli più piccoli e più meschini, se è possibile, davanti ai quali stanno seduti due impiegati della Biblioteca: i dottori Alberto Bacchi della Lega e Lodovico Frati. Lavorano, e ogni tanto si scambiano qualche breve parola. Ad un tratto la porta che si apre sul lato destro della stanza si spalanca quasi con violenza: ne entra un uomo alto e solido, con un buffo copricapo e un farsetto variamente colorato sul marrone. Gli occhi lanciano un rapido sguardo interrogativo e incrociano quelli della studentessa, anche lei curiosa: sono azzurri, vivi, come quelli di un fanciullo; nel movimento della testa s'intravede la breve barba che dev'essere stata bionda. Egli va diritto verso Bacchi della Lega e dice ridendo forte, sonoramente, qualche parola a proposito di non so che uccelli, mentre Bacchi della Lega, che ha levato ambedue le mani all'altezza del viso, quasi per difendersi, ride forte anche lui, tentando invano di pronunziare qualche parola. Durante questa scena, Lodovico Frati si è levato in piedi, pallido, smunto, come smarrito e incerto su quel che debba fare. Quando il signore dalla papalina se n'è andato, senza una parola né un gesto di saluto, egli si rimette a sedere in silenzio, Bacchi della Lega scuote la testa, ridendo ancora e borbottando qualche cosa.
Quella fu la prima volta che io vidi il Guerrini, la prima e anche l'ultima, perché noi frequentavamo la Biblioteca dell'Università solo per quelle opere che non risultavano possedute da quella dell'Archiginnasio, più familiare, più condiscendente, più aperta.»

(Nella Santovito Vichi, Olindo Guerrini = Lorenzo Stecchetti a cinquant'anni della morte, p. 201-202. Nella Vichi studiò all'Università di Bologna, laureandosi in lettere classiche nel giugno 1910).

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