Pasolini (1960)

Fonte:
Pier Paolo Pasolini, Per il cinema, a cura di Walter Siti e Franco Zabagli, Milano, Mondadori, 2001.

«BIBLIOTECA NAZIONALE

Si vedono in scorcio le due o tre grandi sale di lettura della biblioteca nazionale: l'arredamento triste, pesante, le luci bianche e scarse sui tavoli, i grandi finestroni chiusi.
Nelle sale di lettura c'è un profondo silenzio: chi legge, chi prende appunti, chi cammina in punta di piedi entrando o uscendo.
Nella sala della distribuzione, e, prima, nella saletta del catalogo, c'è più confusione: si parla, si ride, ci si riposa. Marcello e il Commissario, entrano nella saletta del catalogo, salgono i due o tre gradini che portano verso le sale di lettura, passano davanti al banco della distribuzione, con pile di libri, e guardano verso il triste, semibuio spettacolo delle sale.
Marcello avanza in punta di piedi, guardando tavolo per tavolo.
Ed ecco, là in fondo, la Pina, seduta davanti a cinque o sei libri aperti, che sta prendendo degli appunti.
Marcello si muove verso di lei, cercando di vincere l'angoscia.
La Pina alza gli occhi, lo vede e lo riconosce. Si alza in piedi come per riceverlo, con la lieta sorpresa corretta nel sorriso dalla sua solita, mite discrezione.
PINA   Buon giorno, Ravagli... È venuto a lavorare anche lei qui? E la prima volta che la vedo...
Marcello resta in piedi, sorride stentatamente, poi dice, a bassa voce, per non disturbare i vicini:
MARCELLO   Signora... usciamo. Deve tornare a casa.
Pina guarda Marcello senza capire. Di colpo intuisce che qualcosa di grave è successo. Resta in piedi, immobile, aspettando una parola rassicurante. Con voce improvvisamente mutata, chiede:
PINA   A casa? Perché?
MARCELLO   Venga, parleremo fuori... È successo... Venga... andiamo...
Automaticamente – mentre qualcuno, attorno al tavolo ormai guarda un po' incuriosito – prende il fascicoletto degli appunti e lo mette nella borsa, con la penna. Tenta ancora di sorridere, ma già le labbra le tremano.
Guarda anche verso il Commissario, più indietro. Poi prende sottobraccio i cinque o sei libri, va verso Marcello, e con lui s'incammina verso il corridoio tra i tavoli. Ad essi si aggiunge il Commissario.
Al banco della distribuzione, Pina riconsegna i libri. Marcello, come ella ha finito, le indica il Commissario.
MARCELLO   Il dottor Mazzella... Signora... È successa una cosa molto grave.
Pina fissa Marcello senza fiatare.
MARCELLO   Usciamo... Parleremo in macchina...
Con voce atona, già spenta, Pina domanda, fermandosi:
PINA   Cos'è successo?
Marcello la prende sottobraccio e la sospinge dolcemente attraverso la saletta del catalogo.
MARCELLO   Venga... Non qui...
Pina si arresta, caparbia. Guarda prima Marcello, poi il Commissario. Con voce sempre più atona, dice:
PINA   I bambini... È vero?
Il Commissario, pronto, con un gesto rassicurante del capo:
COMMISSARIO   Li vedrà... Non subito... Sono feriti...
E sostiene lo sguardo di Pina. Costei ha un sorriso ebete, barcolla un attimo.
MARCELLO   (deciso) Usciamo. 

NELLO SCALONE DELLA BIBLIOTECA

Lo scalone si apre sotto gli altissimi archi barocchi, polverosi, scuri.
Pina scende meccanicamente i primi gradini.
PINA   Ditemi... Ditemi la verità. (tace un momento)
Dov'è mio marito?
Il Commissario la prende per un braccio delicatamente.
COMMISSARIO   Venga...
Marcello e il Commissario la spingono dolcemente giù per i gradini, che sembrano inabissarsi, nella triste luce meridiana, sotto le antiche volte.
Fondu

(Pier Paolo Pasolini, Per il cinema, v. 2, 2327-2329)

Ultimata la prima stesura della sceneggiatura de La dolce vita, Fellini incaricò Pasolini di scrivere una versione alternativa di alcune scene del film, poi quasi tutte scartate. Tra i quattro episodi scritti da Pasolini (che non sarà inserito nei titoli di testa), la testimonianza si riferisce alla scena in cui Marcello (interpretato da Mastroianni) e il commissario annunciano la morte di Steiner alla moglie, nella versione cinematografica ambientata nei pressi della fermata di un autobus, e qui nei locali della Biblioteca nazionale di Roma (allora allocata in un’ala del monumentale palazzo cinquecentesco del Collegio romano).

Biblioteca nazionale centrale di Roma - sede al Collegio Romano (una delle sale di letture)

Una delle affollatissime sale di lettura della Biblioteca nazionale di Roma nella sede del Collegio romano, in una foto degli anni Cinquanta-primi Sessanta tratta da: Cento biblioteche italiane, Roma, Palombi, 1964.

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