- Fonte:
- Ezio Raimondi, Le voci dei libri, a cura di Paolo Ferratini, Bologna, Il Mulino, 2012.
«Non ricordo esattamente quando ho parlato la prima volta con Giuseppe Guglielmi. Ricordo invece l'immagine di lui stazionante nella piccola biblioteca della facoltà di Lettere, poco più di un appartamento. Siamo nei primi anni del dopoguerra. Mi colpiva questo giovane non molto voluminoso che, rannicchiato, leggeva in una tensione continua, evidente nella pressione dei gomiti sul tavolo, neanche dovesse sfondarlo. Come passassi dall'osservazione al primo colloquio, non so dire. So dire invece che furono i libri a stabilire il contatto. Aveva alcuni volumi di Gallimard, di poeti e prosatori, che lasciavano intuire una cultura francese diretta ed estesa, fuori dal comune per un giovane laureando, in tempi in cui non era facile procurarsi libri stranieri.»
(Ezio Raimondi, Le voci dei libri, p. 81).