Valgimigli (1934)

Fonte:
Manara Valgimigli, Uomini e scrittori del mio tempo, Firenze, Sansoni, 1965.

«Di librerie, che vendessero anche libri moderni non scolastici, [a Lucca] non ne ricordo. [...]
C'era la bella e comoda e ricca biblioteca governativa, custode di tradizioni di cultura locale nobilissime, come ogni biblioteca di provincia ha da essere. Né vi aveva ancora Gabriele Briganti l'ufficio suo: ufficio e stipendio umili, credo di ordinatore e distributore, qual è anche oggi; che non s'è mai trovato modo di dare a questo valentuomo il riconoscimento di un lavoro di quasi ormai quarant'anni, ed ebbe responsabilità gravi in momenti gravi, e fu sempre àlacre, paziente, intelligente, e sempre al di là di ogni obbligo e limite suo proprio. La dirigeva allora un emiliano cordiale [Eugenio Boselli], tenacissimo di vita e di eloquenza; il quale di provvedere agli studi, di rendersi conto almeno degli studiosi locali non numerosi, di arricchire la biblioteca di opere nuove, non aveva, pare, attitudini speciali. Una volta, a un ragazzo di liceo che domandava in prestito le Lettere virgiliane del Bettinelli, capitato il cavaliere, lo squadrò severo, e gli disse: «A studenti di liceo traduzioni non si dànno». Fa il paio con quell'altro bibliotecario della Spezia che, interpretando il titolo dalla costola del libro, schedò Svetonio così: «Svetonio, la Tranquillide».»

(Manara Valgimigli, Ferruccio Pieri, 1934, in Uomini e scrittori del mio tempo, p. 357-366: 362-363. Il ricordo è relativo agli anni in cui Valgimigli frequentava le scuole secondarie, fino al 1894).

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