Allestita a Roma dal cardinale Francesco Maria Brancaccio durante la prima metà del Seicento, fu per sua volontà trasferita a Napoli. Inaugurata nel 1690 e aperta al pubblico a metà del 1691, è stata la prima biblioteca pubblica di Napoli, con sede nel palazzo attiguo alla chiesa e all’ospedale di Sant’Angelo a Nilo.
Tra Otto e Novecento fu l'unica biblioteca napoletana con apertura serale, consentendo agli studiosi di prolungare le loro giornate di lavoro. Dopo varie traversie, tra cui la dipendenza amministrativa dalla Biblioteca Borbonica e la provvisoria annessione all’Universitaria, tornò autonoma sino a quando, nel 1922, non venne incorporata nella Nazionale. Già nell'antica sede, tra gli utenti più affezionati ci fu Benedetto Croce, che la frequentò assiduamente negli anni giovanili e che molto si impegnò per farla confluire nei fondi della Nazionale e favorire così una sua maggiore e più comoda fruibilità al pubblico degli studiosi.
Dopo essere stata nuovamente trasferita nell’antico edificio, con i suoi 90.000 volumi è tornata definitivamente a far parte delle collezioni della Nazionale, costituendone uno dei fondi più rari e pregiati.
Enrico Pio Ardolino
Genuario Lacava, La R. Biblioteca Brancacciana: sua origine e sue vicende, Napoli, Tip. E. Giannini, 1908.
Biblioteca nazionale di Napoli, Biblioteca Brancacciana.