- Fonte:
- Opera omnia di Benito Mussolini, a cura di Edoardo e Duilio Susmel, 2: Il periodo trentino: verso la fondazione de "La lotta di classe" (6 febbraio 1909-8 gennaio 1910), Firenze, La Fenice, 1951.
«La mia vita intellettuale è più intensa qui [a Trento] che a Forli. Oltre alla ricchissima Biblioteca Comunale, c'è una magnifica sala di lettura aperta a tutti, dalle nove del mattino alle dieci di sera, e provvista di quaranta giornali e di ottanta riviste fra italiane, tedesche, francesi, inglesi. Qui passo molte delle mie ore libere ed ho la rara soddisfazione di leggere negli originali le più belle produzioni degli artisti stranieri; fra le ultime l'Oiseau blessé di A. Capus. Una società pro coltura del genere di questa tridentina non sarebbe certamente istituibile a Forlì, la città dei mercanti di maiali e di erba medica.»
(Benito Mussolini, lettera a Torquato Nanni, Trento 26 febbraio 1909, in Opera omnia di Benito Mussolini, 2, p. 264).
«Per diventare un «buon monello»› io passo molte ore in Biblioteca, curvo su vecchi libri dalle pagine grige, per diventar un «buon monello» non rifuggo dalla lettura di libri cristiani e anche cattolici, per diventar un «buon monello» accumulo note, appunti, osservazioni, accumulo la breccia scheggiata viva col mio lavoro ostinato, il materiale cioè da cui trarrò i ciottoli per allontanare le bestie rognose a qualunque gradino della scala zoologica. appartengano.»
(Benito Mussolini, Il monello risponde, «L'avvenire del lavoratore», 15 aprile 1909, ivi, p. 75-77: 75. In questo periodo Mussolini utilizzò intensamente la Biblioteca comunale di Trento, in particolare per documentarsi per il suo romanzo storico Claudia Particella l’amante del Cardinale, pubblicato a puntate nel 1910).
«Protesto contro la parola «pregiudicato» che mi viene affibbiata, poiché tutti quelli che mi conoscono sanno che nella mia giovinezza ho frequentato molto le biblioteche, poco le osterie e ancor meno persone equivoche.
Non sono neppure di carattere turbolento, tanto è vero che sono di carattere riservato.»
(Benito Mussolini, Interrogatorio del 17 settembre 1909, ivi, p. 272).