De Luca-Baldini (1931-1936)

Fonte:
Antonio Baldini - Giuseppe De Luca, Carteggio, 1929-1961, a cura di Emilio Giordano, prefazione di Carmine Di Biase, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1992.

«In conclusione, bellissime giornate, che se le paragono ai sogni di quand’ero seminarista, non mi pare che sfigurino. E c’è da ringraziare il cattivo stato dei nervi, letteralmente. Soltanto, non ho voluto metter i piedi alla Bibl. Nazionale: ma volevo riposare, e in Biblioteca dovevo veder troppe cose.
Oggi a Firenze c’è un velo, sdrucitissimo, di neve; e col sole, le dico io che il Lungarno delle Grazie è una cosa leopardiana, gelido e consolato, e senza malizie. Tranne, un po’ più su della mia pensione, la casa ove morì Tommaseo.»
(Giuseppe De Luca, lettera a Antonio Baldini, [Firenze] 12 dicembre 1931, p. 55).

 «Caro Baldini, mi sappia dire se lei va mai a Rimini e in Rimini alla Biblioteca [Gambalunga]. Ho scoperto un Riminese che ha scritto un Elogio della Pazzia poco prima o dopo di Erasmo: e vorrei vedere se è come la maggior parte delle mie scoperte, cioè per uso strettamente personale, non buona per nessun altro.».
(De Luca, lettera a Baldini, Roma 2 agosto 1936, p. 86).

«Qui alla civica Biblioteca Gambalunga non figura di Faustino che un’opericciuòla (v.s.) in volgare stampata in Rimini dall’Albertini nel 1844: Al m.r. Padre Angelo da Bertinoro, versi di Pier Paolo Faustino da Terdozio poeta del sec. XVI: e altra notizia non ho saputo scovarne. Ma chi voglia sapere di più non ha che da rivolgersi ad Augusto Campana che trovasi adesso costì, alla Bibl. Vaticana, il quale è armatissimo di schede – a quanto mi diceva un suo amico di qui – sul Faustino, che a lui interessa doppiamente e per essere modiglianese, terra di origine anche dei Campani, e per l’edizione sonciniana che è uno dei cavalli di battaglia di quel giovane occhialuto e riccioluto erudito.».
(Antonio Baldini, lettera a Giuseppe De Luca, Viserbella (Forlì) 6 agosto 1936, p. 88).

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