- Nome
- Tommaso Landolfi
- Data di nascita
- 09/08/1908
- Data di morte
- 08/07/1979
Nacque nel 1908 a Pico, in provincia di Frosinone, da una famiglia di proprietari terrieri. All'età di due anni perse la madre, incinta di un secondo figlio.
Frequentò le scuole elementari a Roma in istituti privati, mentre fu costretto a spostarsi in più di un’occasione durante gli studi superiori: fu iscritto dapprima presso il ginnasio di Montepulciano, poi presso il Cicognini di Prato e infine al Mamiani di Roma, ottenendo la licenza nel 1926. Nello stesso anno si iscrisse alla Facoltà di lettere alla Sapienza di Roma, trasferendosi a Firenze nel 1928 e laureandosi nel novembre del 1932 in Lingua e letteratura russa, con una tesi su Anna Achmatova.
A Firenze, dove frequentò con assiduità la biblioteca della Facoltà di lettere, entrò in contatto con il gruppo di intellettuali delle Giubbe rosse, legandosi soprattutto con Luigi Traverso e Carlo Bo. In questo periodo collaborò con numerose testate giornalistiche, tra cui l’«Occidente», «L’Europa Orientale» e «Oggi». Un latente antifascismo gli costò la detenzione presso il carcere fiorentino delle Murate, durata dal 23 giugno al 20 luglio del 1943. Durante l’occupazione tedesca si rifugiò spesso, assieme al padre, nei boschi delle colline intorno Pico.
Raffinato e prolifico traduttore (fu interprete, tra gli altri, di Puškin, Gogol´, Dostoevskij e Tolstoj), oltre al russo praticò intensamente anche lo studio del tedesco e del francese, affiancando agli studi linguistici l’attività di scrittura creativa. Nel 1937 pubblicò la sua prima raccolta di racconti, intitolata Dialogo dei massimi sistemi e precedentemente apparsa su riviste. Nella sua produzione letteraria furono centrali, tra le altre, le tematiche del fantastico e del grottesco (tra cui Racconto d'autunno del 1947, Racconti impossibili del 1966 e Le labrene nel 1974) e del gioco d’azzardo, a cui dedicò diverse opere come LA BIERE DU PECHEUR (1953), Rien va (1963) e Des mois (1967).
Durante gli anni Cinquanta collaborò stabilmente con il «Mondo» di Mario Pannunzio, e tra gli anni Sessanta e Settanta con il «Corriere della Sera». Nel 1975 vinse il Premio Strega con la raccolta di racconti A caso.
Morì a Ronciglione, presso il lago di Vico, l'8 luglio 1979.
Il Fondo del Centro Studi Landolfiano è stato donato alla Biblioteca Umanistica di Siena.
Enrico Pio Ardolino - Giulia Di Perna
Luigi Matt, Landolfi, Tommaso, in: Dizionario biografico degli italiani, vol. 63, 2004.
Michele Santoro, Gli azzardi dello scrittore: le biblioteche, i bibliotecari, e Tommaso Landolfi, «Biblioteche oggi», 14 (1996), n. 9, p. 90-92.