- Nome
- Giorgio Bassani
- Data di nascita
- 04/03/1916
- Data di morte
- 13/04/2000
Nato a Bologna, trascorse la sua infanzia a Ferrara, città d’origine della famiglia appartenente all’alta borghesia ebraica. Nel 1926 si iscrisse al Liceo classico Ariosto e conseguì la maturità nel 1934, frequentando in questi anni con assiduità la Biblioteca Ariostea. Celebre è l’episodio, raccontato dallo stesso Bassani nel Giardino dei Finzi-Contini, nel quale il giovane protagonista – a causa del divieto per gli ebrei di accedere e frequentare le biblioteche – viene costretto «in un silenzio sepolcrale» ad abbandonare la sala di lettura della biblioteca comunale.
Iscrittosi nel 1935 presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Bologna – dove conobbe e frequentò Roberto Longhi, suo maestro ideale e suo principale punto di riferimento assieme a Benedetto Croce –, discusse una tesi su Niccolò Tommaseo, relatore Carlo Calcaterra, laureandosi nel 1939.
L'anno successivo, a causa delle restrizioni razziali, pubblicò la sua prima opera intitolata Una città di pianura con lo pseudonimo di Giacomo Marchi, e insegnò italiano e storia agli studenti ebrei espulsi dalle scuole pubbliche nella scuola ebraica del ghetto di Ferrara. Arrestato nel maggio del 1943 e recluso nella prigione ferrarese di via Piangipane – dove presso la biblioteca del carcere prese in lettura numerosi volumi, rileggendo tra l’altro Guerra e pace di Tolstoj –, fu scagionato il 26 luglio. Testimonianza viva di questa esperienza rimangono le lettere scritte ai familiari (Da una prigione), pubblicate in apertura del volume Di là dal cuore (Milano 1984). Sposatosi con Valeria Sinigallia e costretto alla clandestinità, lasciò Ferrara, trascorse un breve periodo a Firenze e si rifugiò a Roma, dove trascorse il resto della vita come scrittore e uomo pubblico. Qui, durante l’occupazione tedesca e nonostante i divieti, riuscì a frequentare la Biblioteca nazionale utilizzando lo pseudonimo di Bruno Ruffo.
Dopo la Liberazione, su invito di Marguerite Caetani, fu impegnato nella redazione della rivista letteraria «Botteghe Oscure», collaborando pure con «Paragone» e più tardi con «Officina», fondata dall’amico Pier Paolo Pasolini. Iniziato al cinema proprio da Pasolini, diede avvio a una proficua attività di sceneggiatore che lo vide collaborare tra l’altro con Michelangelo Antonioni, Alessandro Blasetti, Luigi Zampa e soprattutto con Mario Soldati. Un intenso impegno didattico lo portò ad insegnare presso l’Istituto nautico di Napoli, la scuola d’Arte di Velletri dal 1951 al 1954 e l’Accademia nazionale d'arte drammatica Silvio D'Amico, per dieci anni fino al 1967.
Nel 1956 ricevette il Premio Strega per Cinque storie ferraresi, mentre nel 1958, dapprima su «Paragone» e poi in volume presso Einaudi, uscì il romanzo Gli occhiali d’oro. Fu però con la pubblicazione nel 1962 del Giardino dei Finzi-Contini, ancora presso Einaudi, che si concretizzò la definitiva affermazione del Bassani narratore. Gli ultimi anni di vita furono ricchi di premi e riconoscimenti, ma caratterizzati anche da una lunga malattia degenerativa che lo portò alla morte nel dicembre del 2000, a Roma.
Una Fondazione a nome di Giorgio Bassani, centro documentario e di iniziative culturali, ha sede a Codigoro e un Centro studi Bassani è stato aperto a Ferrara.
Enrico Pio Ardolino - Giulia Di Perna
Simona Costa, Bassani, Giorgio, in: Dizionario biografico degli italiani, 2016.