- Fonte:
- Scritti in onore di Renato Serra, [a cura del Comitato onoranze Renato Serra in Cesena], Milano, Garzanti, 1948.
«Si direbbe che anche la sala della Malatestiana, che quel fanese Matteo Nuti costruì tra il 1447 e il 1452, fosse stata costruita proprio per lui [Renato Serra]. Chi si affaccia al portale e si immerge in quella penombra verde, tra la doppia fila delle colonnette snelle e delle finestrette sormontate e adombrate dagli archi acuti, è preso da un brivido come se d'un tratto si sentisse dentro a qualche cosa di sacro: grazia e gentilezza della poesia d'Italia, storia d'Italia, affetti e religione dei padri. Parlare a voce alta non si può: tremano il cuore e le labbra.»
(Manara Valgimigli, Gentilezza di Renato Serra, in: Scritti in onore di Renato Serra, p. 263-267: 265).
«Si direbbe che anche la sala della Malatestiana, che il fanese Matteo Nuti costruì tra il 1447 e il 1452, fosse stata costruita proprio per lui: tanto egli era con quella, e subito appariva, nella bella persona e nei modi e nell'ordine e nell'armonia e nella decenza dello scrivere del leggere del delicato parlare, come insieme nato e connaturato. Chi si affaccia al portale e si immerge in quella penombra verde, tra la doppia fila delle colonnette snelle e delle finestrette sormontate e adombrate dagli archi acuti, è preso da un brivido come se d'un tratto si sentisse dentro a qualche cosa di sacro: grazia e gentilezza della poesia d'Italia, della storia d'Italia, affetti e religione dei padri. Parlare a voce alta non si può: tremano il cuore e le labbra.»
(Manara Valgimigli, Gentilezza di Renato Serra, in Uomini e scrittori del mio tempo, Firenze, Sansoni, 1965, p. 301-304: 302-303, con la data del 1946).