Meneghello (1978)

Fonte:
Luigi Meneghello, Jura, in Opere scelte, a cura di Francesca Caputo, Milano, Mondadori, 2006, p. 965-1214.

«Qualche anno più tardi, al tempo della pubertà e dei Sepolcri, arrivò infine dalla lettura la rivelazione che i girini disseccati nelle grondaie possono sopravvivere ai lunghi mesi dell'arsura finché il primo fiotto dell'acqua piovana li riporta in vita, pronti a ripigliare il loro piccolo viaggio alla rana. Così gli uomini opportunamente asciugati potrebbero valicare i secoli e risvegliarsi nel mondo del lontano futuro: Al di là delle tenebre, titolo del primo vero racconto di fantascienza trovato da S. in due vecchi numeri della «Lettura». La gente con la testa rapata a zero, in tute aderenti, gli aeroplanini piccoli come un monopattino... [...]
Dagli anni della pubertà, S. visse gran parte del tempo in una città quadrata, divisa in quattro settori uguali, uno per le case, uno per le biblioteche, uno per i campi sportivi, e uno per le fabbriche. Grandi viali rettilinei, edifici di vetro, geometrici; dappertutto automobili da corsa, intermedie tra le Alfa e le Auto Union degli anni Trenta, strapotenti, guidate dolcemente al passo da giovanotti abbronzati in tuta. Tutto era stato previsto o progettato con minuziosa precisione: le sale di lettura, i carburatori delle macchine, i concetti di fondo, gli spazi, gli orari di vita, le suppellettili, gli accessori. [...]
Opposta alle irrelevancies del mondo presente, questa città dell'armonia si chiamava col nome dell'associazione fondata per fondarla, Vam, nome di cui S. non svelò a nessuno il segreto. Era un nome femminile, «la Vam»: che veniva puerilmente storpiato in «Navàm», maschile, [...] e attecchì infine nella versione deformata.
Il Navàm sorgeva in un'isola del Pacifico le cui coordinate non intendo mettere ora in piazza; trovata per caso in un atlante era apparsa subito perfetta, un triangolo netto, col cerchio d'una baia inscritto al centro. Apparteneva alla Francia, e ovviamente occorreva anzitutto farsela dare dalla Francia. Ma vuoi che la Francia non ce la desse?
Non ci sono dati precisi sulla popolazione del Navàm: era composta di giovanotti, e probabilmente immunizzata contro il passaggio del tempo. Non c'erano classi sociali. Tutti lavoravano in fabbrica quattro ore al giorno: poi quattro ore a leggere in biblioteca e quattro a fare atletica al campo sportivo. Non c'era governo, a parte la consuetudine di fare sempre quello che voleva S.: il quale però rimaneva un cittadino privato, e senza alcun privilegio. Nelle case di vetro c'erano camere identiche, e in ciascuna tre soci, il che produceva numeri interessanti. Ci furono riimovati tentativi di persuadere S. che sarebbe stato più dignitoso avere una camera per ciascuno, ma i soci nelle camere restarono tre.
La città è ora vuota e diroccata, uno strano period-piece, dove si stenta a credere che la gioia, la lettura e la vita fiorissero con tale rigoglio.»

(Luigi Meneghello, Al di là delle tenebre, in Jura, p. 1022-1025: 1024-1025. Il racconto fu pubblicato per la prima volta il 24 marzo 1978 sul quotidiano «La stampa» col titolo Certi modelli e poi raccolto nel volume Jura: ricerche sulla natura delle forme scritte, edito nel 1987 a Milano da Garzanti).

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