Barzilai (1937)

Fonte:
Salvatore Barzilai, Luci ed ombre del passato: memorie di vita politica, Milano, Treves, 1937.

«Io, frattanto, a 14 anni, con qualche preoccupazione del genitore, non dissimulata da burberi moniti circa i pericoli di certe imprudenze, mi ero immischiato a fondo nella politica; la quale, talora, poi, per necessità di circostanze, assumeva le forme della cospirazione...
Recatomi un giorno a San Daniele del Friuli, in un albo di visitatori della Biblioteca Comunale, disegnavo gli stemmi di Trieste e di quel paesello, mettendovi sotto questi poveri versi:

Quando lo sguardo volgesi al felice
Delle suore città redento stuolo,
Freme il mio core e d’Austria usurpatrice
Ricorda i ceppi e del servaggio il duolo.
Bruno vestita, discinta la chioma,
Piange Trieste e maledice al fato;
Piange ma spera, è vinta ma non doma,
Ed il suo stemma dello stemma a lato
D’una sorella ricongiunta a Roma
È quella speme, nel diman bramato.

Si trattava di una birbonata poetica ed anche di una imprudenza politica, essendo l’albo a disposizione delle spie d’oltre confine che pullulavano nel Friuli.
Angustie, allarmi, in casa mia per una possibile improvvisa discesa di polizia; ma la cosa passava liscia.»

(Salvatore Barzilai, Luci ed ombre del passato, p. 6).

Relazioni