- Fonte:
- Giorgio Pasquali, Filologia e storia, nuova ed. con una premessa di Alessandro Ronconi, Firenze, Le Monnier, 1964.
«chiunque ci rifletta su un solo momento, vedrà che le fotografie non possono sostituire le trascrizioni e le collazioni, ma sono destinate a essere esse stesse trascritte e raffrontate, e che si preferisce avere a lavorare sulla fotografia invece che sul codice, per non dovere sudare o gelare nelle biblioteche quelle poche ore del giorno che restano aperte, tra il cicaleccio degli uscieri e dei frequentatori e con la fretta addosso, per potere studiare con comodo a casa nostra quando più ci piace, e aver facilità di riscontrare, ogni volta che ci viene un dubbio.»
(Giorgio Pasquali, Filologia e storia, p. 21. La prima edizione dell'opera fu pubblicata da Le Monnier nel 1920).
«Sesto Empirico, fonte importantissima per gli studi di filosofia greca, era svisato qua e là da lacune piccole ma non facili a supplire: ne ha colmate pur ieri gran parte uno studioso tedesco, morto in questa guerra, il Mutschmann [Hermann], valendosi di una versione medievale. Un altro tedesco, il Nebe [August], ha trovato qui a Firenze in Laurenziana un manoscritto del medesimo autore sfuggito anche al Mutschmann, che per certe parti del testo presenta lezioni nuove e giuste: vergogna per noi Italiani di non averlo trovato noi. Due diverse epitomi delle parti perdute della Biblioteca di Apollodoro, il testo forse più importante per gli studi mitografici, sono state scoperte non in archivi egizi ma in biblioteche, l'una delle due per opera di uno studioso tedesco in una biblioteca romana, in tempo non lontano, quando l'Italia era già da un pezzo entrata nell'agone della filologia scientifica. Chi vuol consultare un altro mitografo, Igino, deve ancora contentarsi di un'edizione mal fatta, poco pratica, e per giunta esaurita e difficile a trovarsi anche in biblioteche italiane.»
(ivi, p. 18).