- Fonte:
- Vasco Pratolini, a cura di Luciano Luisi, Taranto, Mandese, 1988.
«Soltanto dopo un lungo periodo che passavo davanti alle Giubbe Rosse, e mi guardavo bene dall'entrare, una sera Vittorini mi introdusse e mi presentò a Montale. Ma per quanto fosse già famoso e ne sapessi tante citazioni, io non lo avevo mai letto, un po' perché per il mio autodidattismo [...] non potevo aver letto tutto, un po' perché ero un ungarettiano di ferro [...]. Così io dissi a Montale che avevo difficoltà a trovare i suoi libri, non li avevano nemmeno alla Nazionale. Allora Montale mi invitò ad andare a trovarlo al Gabinetto Viesseux [!] dov'era il direttore. Figurati con che emozione ci andai, e lui mi aspettava nel suo studio, e sul tavolo, già dedicato, trovai una copia degli "Ossi di seppia". Poi siamo diventati amici e io l'ho accompagnato per mesi a casa la sera dalle Giubbe Rosse.»
(Vasco Pratolini, intervista, in Vasco Pratolini, a cura di Luciano Luisi, p. 55).