Biraghi (1943-1945)

Fonte:
Luigi Biraghi, Diario [edizione elettronica].

«Sono soddisfattissimo del mio tavolino ove passo le giornate leggendo tutto quel che mi capita ed incidendo ghirigori sulla gavetta. Nel campo [di Wesuwe] funziona una biblioteca circolante dalla quale si può avere qualche libro; poi, per procurarsene altri, basta circolare per le camerate con un libro proprio strillando “cambio libro” ed in tal modo si ottiene qualcosa di nuovo. Leggo in tal modo la Storia Moderna del Manaresi, un libro di Pearl S. Buck, uno del Verne ecc. [Franco] Brunello mi ha lasciato “Il mio Paese ed il mio Popolo” di Lin Yutang la cui intelligenti parole mi danno un’ulteriore prova della saggezza di questo autore che metto senz’altro al primo posto nella scala delle mie preferenze letterarie. Si parla molto di questo autore e dell’insegnamento ch’esso potrebbe dare all’umanità travagliata e questo aiuta a passare il tempo. Noto che, probabilmente a causa dell’inazione che favorisce la meditazione, si è sviluppato, in me come negli altri, un maggior senso critico. Ci si abitua a considerare più attentamente le cose e ad osservarne lati che prima si trascuravano. Anche la prigionia ha i suoi lati buoni.»

(Luigi Biraghi, Diario; scritto durante gli anni di prigionia e rimasto manoscritto, il diario è consultabile in trascrizione sul sito Stalag 307, in formato PDF e HTML)

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