Fornari (1874)

Fonte:
Vito Fornari, Notizia della Biblioteca nazionale di Napoli, Napoli, Detken & Rocholl Libreria internazionale, 1874.

«Servizio al pubblico.
1. Sono tra ottanta e novantamila i lettori che accoglie ogni anno la Biblioteca [nazionale di Napoli]: oltre a parecchie migliaia di visitatori, che si contentano di guardare le miniature di qualche codice, o soltanto di udire nella gran sala i suoni ripetuti dall’eco trentadue volte.
Con precisione, i lettori nel 1870 furono 80831 e nel 1871 90928.
E sono circa il doppio di numero le opere date in lettura, cioè nel 1870 furono 201242 e nel 1871 169935.
Né saranno minori, come pare, le somme che si raccoglieranno alla fine di questo anno. [...]
3. Le sale ordinarie di lettura sono tre; e in una di esse son disposti, quanti ne capono negli scaffali intorno intorno e sulle panche nel mezzo, Atti di accademie e Periodici di materie scientifiche e letterarie. In cotesta sala vengono ammessi i lettori i quali non occorra di vigilare.
4. Dal 1861 fu cominciato a dare opere in lettura fuori della Biblioteca a personaggi ragguardevoli. Nel 1869 furono con R. Decreto fissate le norme del prestito e della restituzione. Oltre de’ casi considerati in quel Decreto, accade qualche volta che domandino di ufficio qualche libro o magistrati dell’ordine giudiziario o ufficiali amministrativi di alto grado.
5. Il tempo che la Biblioteca resta aperta a’ lettori1, è di sei ore in tutti i giorni. È chiusa gli ultimi quindici di ottobre, e i dì festivi designati dal calendario ufficiale del Regno.
6. Nè questo orario però, nè gli allegati numeri dei lettori annui e delle opere date a leggere, porgono la misura esatta del lavoro che vi si fa e del servizio che si rende agli studii. È da por mente più tosto alla qualità de’ lettori e alla varietà delle richieste.
Non a tutti e non la maggior parte sono scolari che vengono a fare soliti studii pe’ soliti corsi; ma il più è gente che studiano ad altro fine, e ci tornano tutti i giorni, e parecchi ci stanno per sei ore continuate, o poco meno, cambiando i libri, non restando di leggere. Pittori, scultori, architetti ne vengono parecchi ogni dì, a studiare o guardare libri appartenenti alle arti loro. Parecchi eziando studiosi di archeologia, di notomia, di scienze naturali, a domandare opere figurate e di gran prezzo, che si danno a leggere senza difficoltà, ma sotto gli occhi di un impiegato. Parecchi non vengono a chiedere questo o quel libro, ma a domandare: Che libri ci sono utili per questo o per quest’altro studio? E a loro si danno indicazioni a voce, ovvero si presentano i cataloghi per materie, che sono manoscritti, e non ce ne ha che una copia, e però deve assisterci un impiegato necessariamente. Maggiore assistenza, e de’ più abili, richiedono i dotti, italiani e stranieri, che vengono a studiare ne’ manoscritti o nelle altre collezioni, a’ quali si dà l’entrata nelle sale stesse delle collezioni. Di costoro ce n’è due o tre ogni giorno; e quest’anno, dal primo di gennaio all’ultimo di settembre sono state 437 le persone venute a studiare in 1020 de’ nostri manoscritti.
Per le dette cause avviene che molti giorni dell’anno, oltre alle sale di lettura che si affollano, si veggono lettori in tutte le sale interne, e che tutti gl’impiegati, o quasi, dal primo all’ultimo attendono al servizio della giornata. Ci è stato giorni, ma rari, in cui i lettori hanno passato i cinquecento, pigliando posto nella gran sala. La fastidiosa fatica di tali giorni è confortata dal pensiero del servigio vero che si fa agli studii, e dalla speranza che la vera dottrina non venga discacciata da questa petulante maschera di scienza che vuole invadere il campo.

1 REGOLAMENTO DELLA BIBLIOTECA
                      CAPO V.
                 Servizio pubblico.

Art. 38. La Biblioteca sarà aperta al pubblico in tutti i giorni, eccetto i festivi, dalle ore 9 a. m. alle ore 3 p. m.
Art. 39. Essa sarà chiusa al pubblico nella seconda metà di ottobre di ogni anno, ma gl’impiegati tutti dovranno intervenirvi per attendere a’ lavori di cataloghi, all’ispezione degli armadii, alle riparazioni e a tutto che potrà occorrere.
Art. 40. Gli studiosi possono richiedere fino a tre volumi in una volta. Essi sono tenuti di scrivere sul dorso di un polizzino, che ricevono all’entrare, il libro desiderato.
Art. 41. Il polizzino sarà consegnato ai distributori, i quali cureranno di portare il libro.
Art. 42. Gli studiosi e gl’impiegati serberanno il maggior silenzio nelle sale di lettura. È loro proibito di scrivere o disegnare in su’ libri o di lucidare. Saranno, contravvenendo a questi regolamenti, da prima avvertiti, e ostinandosi, potranno, col consenso del Prefetto, essere invitati ad allontanarsi.
Art. 43. Non potrà lo studioso uscire dalla sala, se prima il libro restituito non venga verificato per lo stesso del polizzino.
Art. 44. È vietato di portar libri e stampe nella Biblioteca, sotto pena della confisca delle opere in pro della Biblioteca.
Art. 45. È parimenti proibito di portare ombrelli e bastoni, e si dovrà lasciarli al portinajo, che li conserverà, senza ricevere per ciò mancia alcuna.
Art. 46. Vi sarà nella Biblioteca una sala destinata agli accademici ed altre persone notabili, i quali potranno studiarvi, senza limitazione del numero de’ volumi. Alla sala sarà addetto un distributore ed un bidello a scelta del Prefetto.»
(Vito Fornari, Notizia della Biblioteca nazionale di Napoli, pp. 33-38).

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