- Fonte:
- Arrigo Cajumi, Pensieri di un libertino, 2ª ed., Torino: Einaudi, 1970.
«Anche Kipling se n'è andato, e l'ho commemorato come si dovrebbe fare con tutti gli scrittori: leggendo delle sue pagine, e qualche buon studio critico. I miei ricordi di Kim erano scolastici, e l'opera m'è apparsa quasi nuova, nella sua originalità, e forza, e poesia. Da anni, non m'era capitato di tornare a lui se non attraverso alcune novelle tra le piú evidenti e cronistiche; e – a San Vittore – mi avevano data una versione alquanto popolare del Libro della giungla, che, tra la foca bianca, e la tigre, e il ragazzo selvaggio, si era riaffacciato sempre pieno di fascino, e di strano vigore.»
(Arrigo Cajumi, Pensieri di un libertino, p. 29. Cajumi era stato arrestato nel maggio 1935 con altri collaboratori della rivista «La cultura» e, a quanto sembra, rimase nel carcere milanese di San Vittore sono un giorno. L'opera, edita parzialmente nel 1947, fu pubblicata nella prima edizione integrale da Einaudi nel 1950).
«non c'è nulla di piú personale di una raccolta di libri (creata da uno che li legga e li ami), ma neppure di piú soggetto a continue variazioni. Probabilmente, i superstiti saranno pochissimi: un'opera dura nel nostro ambito mentale due, tre, dieci, vent'anni, poi un bel giorno ci sembra avvizzita, finita. Possiamo sbarazzarcene senza rimpianti perché non è piú legata a nessuna delle nostre preoccupazioni, non ci dice piú niente. Altre, che sembravano lontane e prive di possibilità, ci si rifanno invece vive ed attuali. Ricordo un Napoleone il piccolo, traduzione italiana con la falsa data di Londra, 1852, che lessi ragazzo e mi travolse per la fulgida retorica, tanto da acquistarlo per sei soldi alla biblioteca circolante dove l'avevo preso in lettura. Passarono alcuni anni, e non sapevo quasi di possederlo: un giorno, mi risuscitò alla memoria, lo rilessi, lo rileggo, l'ho anzi fatto premurosamente rilegare.»
(ivi, p. 162-163).