- Fonte:
- Vittorio Franchini, Papini intimo, con prefazione di Antonio Deidda, Rocca San Casciano, Cappelli, 1957.
«È noto che Papini giovane, avido di studio e di sapere, trovava il suo pane quotidiano nelle biblioteche fiorentine e nei gabinetti di lettura di quel tempo, e fu proprio in una biblioteca che trovò, una mattina, un duplice dono: il sapere e l’amore; cioè incontrò la futura compagna della sua vita, Giacinta Giovagnoli, la quale gli fu presentata da un amico comune, Giovanni Vailati. [...]
Ebbi la prova dell’elevatezza degli affetti di Papini verso sua moglie quando, molti anni or sono (nel 1947) per il suo genetliaco, volle che l’aiutassi in un paziente e segreto lavoro, allo scopo di prepararle un omaggio fuori dal consueto. Mi ordinò di comprare da Alinari un album artistico in pelle con fregi d’oro, poi egli stesso prese in biblioteca l’«Opera prima» ed insieme ci chiudemmo a chiave nello studio affinché nessuno ci vedesse e ci disturbasse.
– Ora mi detti queste poesie, – disse consegnandomi il volume aperto a una certa pagina, e aggiunse scherzando – lei è maestro ed è abituato a dettare...
Così dicendo aprì l’album alla prima pagina e con molta pazienza e con tutta la precisione e l’attenzione che il lavoro richiedeva, copiò tutte le poesie dedicate a sua moglie in gioventù, alle quali ne aggiunse altre scritte per la circostanza. Il lavoro, così impegnativo, durò qualche giorno e alla fine ne uscì un saggio calligrafico preciso, pulito, ordinato, come forse non ne aveva mai fatto in vita sua. Papini ne fu veramente soddisfatto e non lo vidi mai tanto lieto come il giorno della festa in cui poté offrire quell’album alla signora Giacinta.»
(Vittorio Franchini, Papini intimo, p. 22-23)