- Fonte:
- Federigo Tozzi, Novelle postume, a cura di Massimiliano Tortora, Ospedaletto, Pisa, Pacini, 2009.
«A ventidue anni, Roberto Falchi ebbe una terribile menengite; e perdé ogni segno d’intelligenza.
Che cosa avvenne, dunque? Egli abbandonò il secondo anno dell’istituto tecnico e si dette a vagabondare con altri oziosi, senza avere dinanzi un pensiero di sé. I suoi costumi, e il suo volto improntato dall’idiozia gli suscitarono intorno una curiosità schernevole.
[...]
Roberto Falchi anche andava alla biblioteca pubblica, a chiedere opere di filosofia antica, cui non sapeva leggere.
[Si sedeva presso il bancone della distribuzione, onde gli impiegati, non essendoci se non due o tre lettori, lo guardavano con rispetto e interesse.]
E lì fece amicizia con un decoratore, che s’appassionava ai romanzi di Giulio Verne.»
(Federigo Tozzi, Il musicomane, in Novelle postume, Ospedaletto, Pisa, Pacini, 2009, vol. 1, p. 65-71: 65, 71. Il racconto, scritto nel 1908, fu pubblicato per la prima volta dopo la morte dell'autore, in Le novelle, a cura di Glauco Tozzi, Firenze, Vallecchi, 1963, p. 53-59).