- Fonte:
- Lalla Romano, L'eterno presente: conversazione con Antonio Ria, Torino, Einaudi, 1998.
«Per quello che riguardava l'italiano, avevo una mia teoria: volevo che gli allievi amassero la lettura. Oggi si fa tanto affinché i ragazzi amino leggere. Ma la lettura è come l'istruzione: non si può imporre. Io avevo un mio sistema. Nelle biblioteche scolastiche, anche dopo la guerra a Milano, avevo trovato libri mediocri. Perciò facevo portare i libri dagli allievi o li portavo io. E soprattutto, anziché leggere qualche frammento di un libro, io stessa leggevo interi capitoli di grandi romanzi, per esempio la storia della monaca di Monza dei Promessi Sposi, oppure il capitolo della morte del principe Andrea da Guerra e pace. I ragazzi si appassionavano molto.»
(Lalla Romano, L'eterno presente: conversazione con Antonio Ria, Torino, Einaudi, 1998, p. 19).