Doni (1962)

Fonte:
La generazione degli anni difficili, a cura di Ettore A. Albertoni, Ezio Antonini e Renato Palmieri, Bari, Laterza, 1962.

«Mi rivedo ragazzo di provincia, povero e troppo solo. A scuola: i temi con le frasi del duce: «Noi sogniamo l'Italia romana», oppure: « È l'aratro che traccia il solco ma è la spada che lo difende » ecc. [...]
Ed ecco un altro ricordo: il mio circolo cattolico della Chiesanuova a Pistoia perquisito, nel 1931, per ordine dei fascisti: le bandiere e i registri asportati.
Altro ricordo ancora, più tardi, nel 1939 quando fui impiegato per circa un anno prima d'esser chiamato alle armi. Quella frase gridatami, tra rampogne e minacce, dal vice federale di allora: «Tu non lavoreresti se non fossi iscritto al partito!». [..]
Ma in quel tempo la mia maturazione era tutta privata. Mi rivedo curvo sui banchi della biblioteca forteguerriana a leggere i saggi critici di Croce dove un giorno trovai una frase che mi parve una scoperta: «Coloro che su tutto mettono le mani predaci...».»

(Rodolfo Doni, in: La generazione degli anni difficili, p. 127-131: 128).

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