- Fonte:
- Andreina Morandi Michelozzi, Le foglie volano: appunti per una storia di libertà, Firenze, La nuova Europa, 1984.
«Per me il primo anno di università era stato molto importante e significativo: mi aveva aiutata a chiarire le mie idee, a fare una precisa scelta politica. Ora la mia avversione al fascismo era ben radicata e motivata da convinzioni ideologiche e sociali, non soltanto da vaghe aspirazioni alla libertà.
A trasformarmi in questo senso avevano contribuito i lunghi colloqui con una mia insegnante di filosofia, la lettura di opere di Croce e De Ruggiero, libri quasi introvabili in periodo fascista, e la conoscenza di compagni più maturi e preparati di me.
Dopo i primi timidi accenni per tastare il terreno, una volta rivelato il nostro modo di pensare, ci eravamo lasciati andare a sfoghi, a lunghe discussioni nei giardini di Piazza S. Marco o negli angoli dei corridoi della biblioteca di facoltà, guardandoci alle spalle timorosi di essere ascoltati da orecchi indiscreti (anche nell'università non mancavano le spie dell'OVRA).
Dopo qualche mese ero riuscita a conoscere e ad avvicinare gli antifascisti della facoltà di Lettere e mi sentivo orgogliosa di essere considerata «una di loro» da studenti degli ultimi anni che facevano parte di movimenti politici clandestini.»
(Andreina Morandi Michelozzi, Le foglie volano, p. 14-15. Il ricordo si riferisce al periodo 1942-1943, prima del 25 luglio, a Firenze).