La biblioteca trae origini da parte della libreria che era appartenuta al celebre letterato Paolo Rolli. La raccolta visse diversi cambi di proprietà: passò nelle mani del marchese Giuseppe Scassa e venne donata in eredità al marchese don Pasquale De Nicastri, il quale espresse l’intenzione di donarla al pubblico. Nel 1817 venne quindi fondata la biblioteca con un patrimonio di 5000 volumi che nel 1819 trovò sede nella sala capitolare del convento di San Francesco, contemporaneamente fu nominato bibliotecario don Filippo Antonio Lombardi che insieme al commesso, don Pasquale Pastore, doveva provvedere alle spese per inchiostro, penne e insieme avevano l’obbligo di redigere il catalogo. Il re Ferdinando I nel 1823 volle assegnarle dei fondi, tanto che il patrimonio si accrebbe di 5000 volumi e nel maggio 1831 venne finalmente aperta al pubblico. La sede della biblioteca venne spostata in questa epoca nel Palazzo di Città e nel 1904 venne dotata di spazi più ampi e decorosi.
Le statistiche del 1894 ci informano che rimaneva aperta 6 giorni a settimana, che la media annua dei lettori era di 1492 e che 20 erano i posti disponibili per gli studiosi.
Discussa è l’intitolazione a Ruggero Bonghi: se ne trova notizia su un noto giornale locale già nel 1901, ma pare che in realtà venisse intitolata solo nel 1904 (secondo i voti del consiglio comunale del 1895), di certo è il fatto che il primo documento ufficiale a riportare questa denominazione è il regolamento della biblioteca del 1930. Nello stesso anno il Comune bandì il concorso di direttore della biblioteca e del museo civico, al quale parteciparono: Giambattista Gifuni, Oreste De Biase e Renato Zanelli. L’avvocato Gifuni prevalse con 41 punti rispetto ai 39 degli altri candidati. Il nuovo bibliotecario, successore del noto Alfonso De Troia, si adoperò con solerzia e da un iniziale patrimonio di 10.000 volumi riuscì ad allestire una collezione di 80.000 pezzi. La sua amicizia con Benedetto Croce lo fece esonerare, attraverso un provvedimento ministeriale del 1934, dalla direzione della biblioteca per antifascismo, ma alcuni mesi più tardi venne reintegrato.
Durante la Seconda Guerra Mondiale subirono danni l’edificio e l’arredamento, ma non il materiale librario. Nel regolamento era previsto che venissero predisposti anche i registri delle opere smarrite e di quelle desiderate dagli studiosi. La corrispondenza epistolare della biblioteca doveva essere conservata nell’archivio dell’istituzione. Nel regolamento si poteva inoltre leggere che: rimaneva aperta tutti i giorni, eccetto la domenica e i festivi, con orario stabilito dal direttore; poteva accedere chiunque avesse compiuto 15 anni; le richieste dei volumi andavano fatte per iscritto riportando i dati dell’opera e la propria firma; non potevano essere consultate contemporaneamente più di tre opere per un massimo di sei volumi; il prestito non era consentito ed era vietato fumare.
Per il periodo fascista abbiamo diversi e interessanti dati. Dal 1926 al 1931 l’impianto di illuminazione fu reso più sicuro grazie a tubi Bergmann e una sola sala era riscaldata con stufe elettriche. Sappiamo anche con precisione il numero dei lettori dal 1927 al 1931: nel ’27 furono 800, nel ’28 850, nel ’29 760, nel ’30 590 e fino al 10 novembre del 1931 furono 860. Nel 1934 la frequenza arrivò a 2800 presenze e andò successivamente aumentando. Nel 1935 venne dotata di impianto di riscaldamento a termosifone e osservava orario di apertura antimeridiano e pomeridiano.
Nel 1970 i lavori al palazzo consentirono un ampliamento della Biblioteca. Proprio in merito all’operato svolto in questo periodo, ancora nel primo decennio del nuovo secolo era ricordata, da tantissimi utenti, la gentilissima Signorina, ovvero la Sig.ra Annita De Nicola (cognata del Gifuni), che diresse la biblioteca fino al suo pensionamento nel 1980 e si distinse per la sua disponibilità.
Oggi il fondo librario, che conta circa 100.000 volumi, ha preminente carattere storico-letterario, a cui si unisce un vasto patrimonio di opere giuridiche, politiche, scientifiche e tecniche oltre all’importante raccolta di giornali lucerini e di quelli pubblicati nella provincia di Foggia.
Nel 2007, trovandosi nuovamente ad affrontare penurie di spazio, è stato realizzato un progetto che ha portato allo spostamento della biblioteca in una nuova sede, che dal 2015 è allocata nei locali dell’ex convento del SS. Salvatore.
Letizia Vagli
Sito della Biblioteca: <www.bibliotecaprovinciale.foggia.it/sbp/Lucera/biblioteca.htm>
Anagrafe biblioteche italiane: <https://anagrafe.iccu.sbn.it/isil/IT-FG0054>
Dionisio Morlacco, Michele Conte, Azzurra Alfieri, Le giornate del libro nella biblioteca comunale di Lucera, la carta dei servizi a cura di Domenica Franchino, Lucera, Comune di Lucera, 2007, p.7-23.
Antonio Orsitto, La Biblioteca comunale Ruggero Bonghi di Lucera, Lucera, Il centro, 1995.