Il cardinale Giuseppe Alessandro Furietti, nel testamento rogato a Roma il 28 febbraio 1760, dispose il lascito della propria libreria alla Città di Bergamo, impegnandola all’apertura di una biblioteca pubblica entro cinque anni dal trasferimento dei libri nella città lombarda. Il trasferimento avvenne il 15 maggio 1765 e i volumi vennero collocati in una sala del quarto piano del Palazzo Nuovo, allora sede del Comune. Nel 1771 il Consiglio della Città ne deliberò la regolare apertura al pubblico dalle 9 alle 12 il martedì e il venerdì. A cavallo tra Sette e Ottocento la civica venne unita alla Biblioteca capitolare in un locale posto sopra la Canonica del Duomo, formando una sola biblioteca pubblica cittadina comprendente circa 40.000 volumi. Nel 1843 venne completato il trasferimento nella nuova sede di Palazzo della Ragione.
In questo periodo la biblioteca era aperta al pubblico tutti i giorni della settimana, dalle ore 10 alle 14. Il regolamento del 1872 ci informa che il bibliotecario veniva nominato dal Consiglio comunale e doveva presentarsi in sede almeno un quarto d’ora prima dell’apertura delle sale e andarsene dopo essersi sincerato che i volumi dati in lettura fossero in buone condizioni. Il custode doveva accendere le stufe due ore prima dell’ingresso dei lettori. L’apertura era garantita tutti i giorni eccetto la domenica, dalle 10 alle 15, mentre il sabato la chiusura era fissata alle 12. Era vietato fumare e una volta entrati in biblioteca era necessario scrivere il proprio nome e quello dell’autore cercato sul “libro d’iscrizione”. Il bibliotecario poteva rifiutare «ai giovinetti i libri di valore distinto, quelli contrari al buon costume e alla morale». Eccetto deroghe da parte del bibliotecario, non potevano essere richieste più opere contemporaneamente. Gli utenti che avessero tenuto comportamenti scorretti dovevano essere segnalati in un «nota da serbarsi presso il Bibliotecario». Il prestito, di 15 giorni, era consentito solo a pochi, come ai presidi di alcuni licei e scuole, al bibliotecario e al vicebibliotecario, che venivano iscritti su apposito registro con l’aggiunta di tutti i dati relativi al volume. Una volta restituito quest’ultimo e assicurandosi che fosse integro, veniva emessa una contro ricevuta. Nel 1896 la biblioteca venne chiusa al pubblico per due anni, per consentire un riordinamento completo di tutto il patrimonio. Nel 1928 la Biblioteca tornò definitivamente da Palazzo della Regione a Palazzo Nuovo, interamente destinato ad accogliere un patrimonio che superava i 200.000 pezzi.
La biblioteca conserva, a partire dal 1869 e incrementata negli anni successivi, la Raccolta Tassiana più ricca e completa al mondo.
Sul sito della biblioteca sono disponibili le statistiche su lettori, opere movimentate e in generale sulle iniziative promosse dall’istituto, a partire dal 2015.
Letizia Vagli
Sito della Biblioteca: <http://www.bibliotecamai.org/>
Anagrafe biblioteche italiane: <https://anagrafe.iccu.sbn.it/isil/IT-BG0026>
Regolamento per la Biblioteca Civica di Bergamo approvato dal Civico Consiglio nella tornata 14 Febbraio 1871 e modificato nelle tornate del 25 Aprile 1872 e 30 Giugno 1872, Bergamo, Pagnoncelli, 1872.
La Biblioteca civica di Bergamo Angelo Mai, Bergamo, Secomandi, 1958.
La biblioteca della città: storia e patrimonio della Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo, introduzione di Maria Elisabetta Manca, Bergamo, Biblioteca civica Angelo Mai, Lubrina, 2020.