La collezione di quella che oggi è denominata Biblioteca Città di Arezzo ha avuto origine nel 1602 grazie al lascito testamentario, in favore della Fraternita dei Laici, della libreria composta da circa 2850 volumi di Girolamo Turini medico aretino.
Il primo catalogo pervenutoci è stato redatto nel 1717 e compilato da Donatus de Hippolytis. Nel primo cinquantennio del 1700 la biblioteca era aperta al pubblico il lunedì e il giovedì e poteva contare almeno 2972 libri, che diventano 3011 nel 1759, anno in cui il servizio di pubblica lettura si interruppe per un decennio a seguito di un incendio che distrusse i locali della biblioteca. La nuova sede venne progettata nel 1770 a seguito delle lamentele del pubblico. I lavori iniziati nel 1773 si conclusero non senza difficoltà nel 1781 e palazzo di Fraternita in Piazza grande poté finalmente accogliere la nuova biblioteca costituita da diverse stanze: l’antilibreria, la libreria vera e propria ospitata da un grande salone di circa 166 metri quadri, il salotto del bibliotecario e altri locali minori. I 29 scaffali, costruiti appositamente per il grande salone, erano disposti su due ordini e separati da un ballatoio di legno. Nei sei piani interni, gli scaffali avevano un cartellino intagliato e dorato con lettere nere che identificavano la collocazione. Al momento della riapertura, la Fraternita decise di affidare l’incarico di bibliotecario (da quel momento remunerato) a Salvatore Gamurrini e, contestualmente allo stanziamento di 500 scudi per incrementare il patrimonio librario, i testi vennero organizzati in 14 classi. Venne stabilito un nuovo orario: rimaneva aperta di mattina tutto l’anno dalle 9 alle 12,30 nei giorni di lunedì, martedì, giovedì e venerdì e il pomeriggio fino alle 23 nei mesi primaverili ed estivi, era chiusa per ferie dal 1° ottobre al 10 novembre, durante l’ultima settimana di carnevale e a Pasqua. Nel 1847 la sede venne trasferita a palazzo Barbolani di Montauro in via san Lorentino.
Già nel 1854 si era tentato di dare avvio al servizio di prestito per gli studiosi, ma il primo atto ufficiale di regolamentazione è del 1911. Al 1915 risale la prima richiesta di prestito da parte di Arturo Bini e Giuseppe Fratini per la preparazione di un’antologia e sappiamo che il magistrato rispose positivamente, specificando che non potevano essere prese più di tre opere in prestito e per non più di 15 giorni.
Nel 1952 la Provincia e il Comune di Arezzo, la Fraternita dei Laici e l’Accademia Petrarca di lettere arti e scienze costituirono un Consorzio per la gestione della Biblioteca città di Arezzo. Due anni più tardi il Comune concesse in affitto il Palazzo Pretorio come sede della biblioteca. Nel 1992 il Consorzio venne sciolto e fu adottata la forma dell’Istituzione.
Nell’archivio della Fraternita dei Laici è conservato un fondo denominato “Libri dei benefattori”, dove sono riportati i beni ricevuti tra XIV e XVI sec. e con i quali vennero realizzate opere per la città come la biblioteca pubblica. Sono inoltre presenti i documenti relativi alla sua gestione dal 1891 ad almeno il 1970.
Letizia Vagli
Sito della Biblioteca: <www.bibliotecarezzo.it/>
Anagrafe biblioteche italiane: <anagrafe.iccu.sbn.it/isil/IT-AR0070>
Il patrimonio della Fraternita dei Laici, vol. 1, Libri, manoscritti e documenti tra biblioteca e archivio, a cura di Antonella Moriani, Firenze, Edifir, 2014.
Relazione sul Museo e sulla Biblioteca della Pia fraternita dei laici in Arezzo, Arezzo, Tip. Cagliani, 1910.