Fondata nel 1797 con decreto del Governo della Repubblica Cisalpina a seguito dell’incameramento delle biblioteche degli ordini religiosi soppressi, solo successivamente aperta al pubblico. I pochi documenti conservati nell’Archivio della Magistratura del Comune di Faenza (il più antico risale al 7 luglio 1797), non contribuiscono a far luce sugli eventi convulsi di quei giorni. I documenti tacciono poi fino al 1804 quando venne nominato bibliotecario l’abate Andrea Zannoni. Nel 1816 venne redatto l’inventario che annoverava 7.391 volumi ed era disponibile un catalogo alfabetico. La biblioteca venne ufficialmente inaugurata il 25 novembre 1818 e la sua prima sede fu nel monastero dei Cistercensi, poi fu spostata nei locali della soppressa Compagnia degli Angioli. Dal 1825 invece ha sede nel monumentale complesso del ex Convento dei Servi di Maria.
Nel 1880 venne redatto un nuovo regolamento, dato alle stampe nel 1881, con il titolo di Regolamento per la Biblioteca comunitativa di Faenza, che prevedeva il prestito esterno dietro permesso del sindaco. Le statistiche pubblicate nel 1893 riferiscono che la biblioteca era aperta 6 giorni a settimana, con una media annua di 4525 lettori, aveva un catalogo generale manoscritto alfabetico per nome d’autore e un altro per materie.
Nella relazione del 1915 il bibliotecario Pietro Beltrami volle sottolineare come il suo operato fosse teso a far in modo che il prestito a domicilio – di massimo 5 opere per due mesi – fosse concesso con estrema cautela in modo che «l’istituto [...] non si tramutasse in una qualunque biblioteca circolante». Nel primo centenario la biblioteca poteva contare su centinaia di lettori. Per quello stesso anno è possibile avere le statistiche mensili e annuali: la media giornaliera dei lettori in sala era di 26 (minimo 5, massimo 88) per un totale di 7019; mentre le opere prestate erano in media 74 al mese e 892 in un anno.
Sotto la direzione di Piero Zama, che resse l’istituto dal 1920 al 1956, venne a formarsi il primo nucleo dei quotidiani e delle riviste. Zama si dedicò alla riorganizzazione e modernizzazione della biblioteca: aprì il prestito a domicilio, fece ampliare e ristrutturare i locali e con lui la biblioteca rimase aperta fino ai primi di novembre del 1944 subendo solo la rottura di alcuni vetri. Da allora, però, gli intensi bombardamenti obbligarono alla chiusura e le pesanti distruzioni provocarono la perdita di un numero che si aggira tra i 50.000 e i 70.000 volumi (sebbene molte delle opere di maggiore pregio erano state precedentemente messe al sicuro).
L’opera di ricostruzione procedette velocemente garantendo la riapertura di una piccola sala della biblioteca già dall’inverno del 1945. L’esiguità degli spazi, a fronte di una biblioteca sempre più frequentata, non impedì che nel 1965 una sala di lettura venisse riservata ai ragazzi. Grazie alla crescita del patrimonio librario, compreso quello per la sezione ragazzi, nel 1974 la Biblioteca faceva registrare una media di 94 presenze giornaliere e una quota prestiti di 5.290 unità.
Nel 1991 il patrimonio ammontava a 400.000 volumi, era aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18,30, il sabato dalle 8,30 alle 13,00. Dal 15 giugno al 15 settembre l’orario era: da lunedì a sabato 8,30-13,30; martedì e giovedì anche 15,30-18,30. Potevano essere prese in prestito tre opere per un mese. Gli ultimi interventi di restauro e adeguamento, anche se mai del tutto completati, risalgono alla fine degli anni Novanta.
Dal 2014, sul sito dell’istituto vengono pubblicate le relazioni annuali in cui sono riportati dati statistici e informazioni circa le attività culturali svolte.
Letizia Vagli
Sito della Biblioteca: <www.manfrediana.it/>
Anagrafe biblioteche italiane: <https://anagrafe.iccu.sbn.it/isil/IT-RA0016>
Bollettino della Biblioteca comunale di Faenza, 1915: 4. Relazione all'assessore per la pubblica istruzione, Faenza, Tipografia Sociale E. Dal Pozzo, 1916.
Pietro Beltrani, Per il primo centenario della Biblioteca Comunale di Faenza: discorso commemorativo, Faenza, Tipografia sociale E. Dal Pozzo, 1919.
Biblioteche in Emilia-Romagna, a cura di Enzo Colombo, Bologna, Analisi, 1991, p. 785-788.