- Fonte:
- Giuseppe Prezzolini, Diario 1900-1941, Milano, Rusconi, 1978.
«Studio alla New York Public Library. In ogni paese straniero ore di biblioteca, mie case. Domani inizio lezioni. Ho la testa piena di cose da dire, ma non so da dove comincerò.».
(Giuseppe Prezzolini, Diario 1900-1941, p. 372. Appunto datato New York 8 luglio 1923; in quell’anno Prezzolini accettò di tenere un corso estivo di letteratura italiana presso la Casa italiana della Columbia University)
«Lavoro a due monografie per Formiggini, che me ne ha chiesto una su Mussolini. Ho accettato, a patto di scriverne un’altra su Amendola, e passo dei pomeriggi alla biblioteca della Camera dei deputati per compilarla. Il bello sarà che tutti e due se ne avranno a male.».
(Ivi, p. 390. Appunto datato Roma 22 agosto 1924; quell’anno Prezzolini pubblicò il volume Benito Mussolini, e l’anno successivo Giovanni Amendola, entrambi presso Formiggini nella collana «Medaglie»)
«La Casa Italiana è affidata alla Italy-American Society. Direttore di questa è un professor Burchell. Ma chi fa tutto è il segretario De Bosis, quel caro ragazzo che anni fa raccomandai perché fosse chiamato in America a tener conferenze. De Bosis era un caro ragazzo, è ora un caro ragazzo e sarà sempre un bravo ragazzo, ma soltanto questo. Dirige la Casa Italiana con poesia. La Casa è un poema, in versi liberi. Non c’è ordine, disciplina, coordinazione, scopo. Non si sa perché funzioni e che cosa stia a fare. Le camere-appartamento che occupiamo sono una repubblica. L’ascensore è un mito. Il bibliotecario della Casa passa la notte a suonare i dischi, e ordina i libri più buffi, senza un piano prestabilito. Tutto si fa all’improvviso e talvolta riesce bene non si sa perché. Ma l’impressione generale è la confusione.».
(Ivi, p. 441. Appunto datato New York 1° novembre 1929; Adolfo Lauro De Bosis fu nominato segretario della Italy American Society nel 1928, e in quegli anni, a dirigere la biblioteca della Casa Italiana, era Henry Furst; cfr. ivi, la testimonianza di Mario Soldati del 1989)
«Visita di X. tutto scompaginato dalla notizia della mia nomina. Sa che io so come cura la biblioteca. A un bibliotecario che sta su la notte suonando dischi e dorme il giorno, io non credo.».
(Ivi, p. 452. Appunto datato New York 16 marzo 1930; dopo aver tenuto i corsi estivi nel 1923 e nel 1927, nel 1930 Prezzolini fu nominato professore di letteratura italiana e direttore della Casa Italiana presso la Columbia University a New York; il riferimento è al bibliotecario Henry Furst)
«Ieri visita di Malagodi e di Romoli della Banca Commerciale che nella biblioteca di Columbia trovaron libri e notizie per certi loro affari del Sud America. Gli scoprii un opuscoletto, che capii gli faceva molto comodo, cioè serviva a guadagnar denari. Mio destino: trovarli per gli altri.».
(Ivi, p. 565. Appunto datato New York 11 marzo 1937; il riferimento è a Giovanni Malagodi e Guglielmo Reiss Romoli)
«Curiosità immensa per la letteratura americana. Tutti ne chiedono. Che c’è di nuovo? Da Vieusseux i libri letti son d’autori americani: Faulkner e Hemingway, Lewis e Dreiser. Ma tutti romanzi: Lee Masters è sconosciuto.».
(Ivi, p. 573. Appunto datato 30 agosto 1937; tra luglio e settembre 1937 Prezzolini fu in varie città d’Italia)
«Ho perso, infatti, una cosa rara a New York; io ero solo ad abitare, se abitare vuol dire studiare e dormire, in una casa monumentale di sette piani, con biblioteca aperta, per me, anche di notte, dove passavo giorni interi e dopo le dieci di sera sempre, mezze notti.».
(Ivi, p. 650. Appunto datato New York 31 dicembre 1940; avendo rassegnato le dimissioni da direttore della Casa nel 1940, e conservando soltanto l’incarico di insegnamento, Prezzolini trascorse in quella data l’ultima notte come residente presso la Casa Italiana)