Mercati (1893)

Fonte:
Carteggio Ceriani-Mercati, 1893-1907. Introduzione, edizione e annotazioni a cura di Cesare Pasini, con la collaborazione di Massimo Rodella, Città del Vaticano, Biblioteca apostolica vaticana, 2019.

«La ringrazio delle notizie letterarie, che mi dà. Intorno all'anonimo del Bianconi avevo potuto sapere qualche cosa di vero in una corsa, che ho potuto fare a Modena all'Estense (là mi tocca sempre andare, quando voglio studiare un poco ammodo). Ma le notizie, che Ella mi dà, sono compiute, e con sua licenza me ne servirò in una nota d'un articolo su certi frammenti esaplari, che domani o posdomani le invierò [...]. Come si fa a pur pensare ad argomenti serii, dove purtroppo so non avere mezzi per trattarne convenientemente?»
(Giovanni Mercati, lettera a Antonio Maria Ceriani, Roteglia 18 agosto 1893, p. 136-137).

«Prima di partire da casa ricevetti di ritorno quel mio articolo con le sue osservazioni. [...] Due o tre inesattezze provengono dal difetto di libri, così che talora sono costretto di citare dietro schede ed appunti senza potere riscontrarle di nuovo. E.g. il Field non l'ho potuto studiare che scarsamente durante il mio servizio militare, e dopo non l'ho potuto più avere alla mano, che per una mezz'ora alla Vittorio Emmanuele di Roma durante il Pellegrinaggio del Febbraio u.s. Lo stesso dica dell'Agellio etc. Quando poi faccio una scorsa ad una Biblioteca provvista, ho tanti dubbi e tante questioni da risolvere, che non posso studiare con tutta la calma e verificare con tutta la precisione gli appunti fatti. Ed il Can.co Archid. [Francesco Gregori], che pure è la persona più dotta di qui [Reggio Emilia], non capisce, come io non possa studiare benissimo anche qui! e pure ben conosce quanto io sia povero e quanto più poveri di libri di scienza ecclesiastica siano le nostre biblioteche!»
(Mercati, lettera a Ceriani, Albinea 29 agosto 1893, p. 142-143. Mercati aveva fatto il servizio militare a Firenze e aveva probabilmente studiato il testo di Origene curato da Frederick Field alla Biblioteca Medicea Laurenziana. L'opera di Antonio Agelli (1532-1608) a cui si riferisce non è identificata).

«A Roma invece stavo assai bene, perché recandomi sempre o quasi sempre pedone alle Biblioteche, di cui la Vaticana m'era assai lontana, od a visitare le antichità faceva il moto necessario che mi liberava dagli incommodi della vita sedentaria degli studiosi. [...]
Ora sono nel Seminario di Reggio, dove insegno fino a che torni da Firenze l'amico che mi sostituisce, e dove lavoro da facchino nell'ordinamento della Biblioteca. Io fo questo per amore del Seminario e perché il S.r Rettore mi s'è raccomandato caldamente: nessuno de' miei colleghi è così libero, o, dirò meglio, così pratico di libri e così di buona voglia da pur metterci mano. Una libreria, di cui non c'è nessuno pratico, di cui non c'è catalogo alcuno, e dove i libri sono alla rinfusa, non può prestare alcun servigio ai poveri studiosi delle nostre scuole.»
(Mercati, lettera a Ceriani, Reggio Emilia 29 ottobre 1893, p. 164-165).

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