«Dirò che mai come a Ravenna ho rimpianto la condizione dei viaggiatori antichi, in tempi meno grevi di questioni politiche, in cui era concesso nello scrivere di abbandonarsi alla fantasia e all'indolenza. Giacché Ravenna è bella da visitare senza fretta, en touriste: andando e ritornando ai suoi mosaici, nelle sue chiese come grotte, dall'esterno scabro e dall'interno risplendente; alla pineta, agli spazi ampi, percorsi da vene d'acqua, verso il suo porto. Oppure ascoltando i racconti degli abitanti, che sono cordiali, estrosi, e pronti a sceneggiare se stessi e la loro terra.»
(Guido Piovene, Viaggio in Italia, 1957)