Tomizza (1981)

Fonte:
Fulvio Tomizza, La finzione di Maria, Milano, Rizzoli, 1981.

«Nel giugno 1976, consegnato all'editore il romanzo La miglior vita, al quale mi aveva indotto la lettura stimolante e traumatizzante del registro dei morti nella mia parrocchia, presi a interessarmi del movimento luterano in Istria, sorto in parte spontaneo e in parte sviluppatosi in seguito all'apostasia di Pier Paolo Vergerio, vescovo di Capodistria, e all'azione di altri ecclesiastici riformati [...].
Il primo incitamento lo avevo ricevuto da uno scritto inedito di Pier Antonio Quarantotti Gambini, comparso postumo sulla rivista Trieste, nel quale lo scrittore capodistriano sosteneva tra l'altro che al tempo della Riforma la nostra terra di confine "aveva espresso davvero qualcosa del suo carattere [...]" . Non molto tempo dopo uscì l'affascinante saggio Il formaggio e i vermi di Carlo Ginzburg [...].
Nella Biblioteca civica di Trieste riuscii a scovare i primi numeri della rivista Atti e Memorie della Società istriana di archeologia e storia patria, recanti i verbali di dibattimenti a carico di alcuni eretici di Dignano e persino un elenco di tutti i processi indetti dall'Inquisizione veneta contro persone originarie dell'Istria e della Dalmazia. All'Archivio di Stato di Venezia, che dedica un reparto ai documenti di quel Sant'Uffizio, fui pertanto in grado di ampliare l'indagine sul movimento della setta di Dignano animata da maestri artigiani e persino da preti e loro figli di origine greca, trasferitisi sulla costa veneta dell'Istria in seguito all'occupazione delle loro terre da parte dei Turchi. [...]
Il prezioso elenco portatomi a Venezia non comprendeva soltanto processi per casi di protestantesimo dibattuti nella seconda metà del Cinquecento; indicava con gran diligenza anche quelli successivi di oltre un secolo e aventi per oggetto i reati più ricorrenti nell'universo contadino: stregherie, sortilegi, abuso di religione, concubinato da parte di ecclesiastici, seduzione in confessione, ecc. Fra tutti questi, una volta ultimato il mio studio, avrei dato un'occhiata agli atti di una causa riassunta nel titolo Finzione di santità e sostenuta contro una Maria Jani da Vertova.»

(Fulvio Tomizza, La finzione di Maria, p. 201-203).

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