- Fonte:
- Giorgio Manganelli, La penombra mentale: interviste e conversazioni (1965-1990), a cura di Roberto Deidier, Roma, Editori riuniti, 2001.
«[Almansi] Che significa la grande biblioteca, il British Museum o la Library of Congress? La polizia celeste potrebbe trovarvi la documentazione di tutti gli errori dell'uomo.
[...]
[Manganelli] Lei intende il male in modo macroscopico; appunto, Edipo, I sette a Tebe, che so io, la Strage degli Innocenti. Mi pare che la quotidiana inesattezza dell'esistenza sia un pochino fuori di questa gigantesca archiviazione dei misfatti dell'umanità. [...]
[Almansi] Lei non sente l'orrore di una grande biblioteca?
[Manganelli] Ah, sí, certo, come no? La grande biblioteca, senza dubbio, è un orrore, ma anche una piccola biblioteca è un orrore.
[...]
Non vedo come la letteratura possa agire senza una qualche dimestichezza con l'orrore, e quindi se lo porta dietro in modo
molto naturale, molto semplice, anche in quantità modeste. Ecco, non è soltanto il grande orrore mitico. Poi anche il grande orrore mitico si lascia miniaturizzare, e a un certo punto dell'enorme viene fuori una piccola, minuscola piaga che diventa letteratura e che è in grado di seguirci e di affrontarci nella piccola o nella grande biblioteca.»
(Guido Almansi, Nulla piú che un'inezia, in Giorgio Manganelli, La penombra mentale, p. 185-190: 188-189. La conversazione uscì per la prima volta in «Panorama», 16 febbraio 1986).