- Fonte:
- Annamaria Carpenito Vetrano, [ricordo di Attilio Marinari], in Letteratura e società. Note e interventi per Attilio Marinari, 1923-2000, a cura di Ugo Piscopo, Avellino, Edizioni del Centro Dorso, 2002, p. 41-42.
«Marinari studiò la letteratura ottocentesca, in particolare quella del Mezzogiorno e, con estrema originalità, l'opera del De Sanctis e del Padula, entrambi uomini ed intellettuali del nostro Mezzogiorno.
Fu l'amore grande per il critico di Morra a mantenere vivi in lui i rapporti con la sua terra e con questa Biblioteca [Provinciale di Avellino] che di De Sanctis conserva gran parte dei suoi manoscritti.
Fin dagli anni Cinquanta, dalle colonne del "Corriere dell'Irpinia" e del "Progresso irpino", incitava, sollecitava energicamente e con frequenza gli amministratori del tempo perché si desse alla Biblioteca Capone una sede degna dei suoi fondi librari.
Mi ritornano alla mente le sue visite frequenti, lo vedo aggirarsi allora giovane, ma noto intellettuale, nelle sale anguste dell'antica sede della Biblioteca, scrutatore minuto e profondo, raccoglitore paziente, instancabile di notizie preziose. Le visite di Muscetta e Marinari, in quel tempo, erano sempre un evento per noi giovani funzionari. Il vecchio direttore [Mario] Sarro le annunciava con molto anticipo, perché diligentemente copiassimo, molto spesso a mano, e con bella grafia ci raccomandava, pagine di testi richiesti dai due professori.
Fu forse allora, conoscendo professori dello spessore culturale di Muscetta e Marinari, che iniziammo ad amare il nostro lavoro, cominciammo ad intendere la funzione di bibliotecario come vocazione e nobile privilegio».
(Annamaria Carpenito Vetrano, [ricordo di Attilio Marinari], p. 41-42)