Denominata fino al 1860 Imperial regia biblioteca, trae le sue origini dalla raccolta fondata al principio del secolo XVII dai Gesuiti nel collegio sito in città. La biblioteca gesuitica fu aperta al pubblico dall’imperatrice Maria Teresa poco dopo la soppressione dell’ordine (1773) e l’inaugurazione si tenne il 14 aprile 1780. In quegli anni il personale era composto dal direttore, da un bibliotecario, un assistente e un inserviente.
Da documenti del 1834 sappiamo che «il vasto vaso della Biblioteca non è riscaldato d’inverno che da una sola focaja» e che le 18 sedie disponibili non erano sufficienti per la buona stagione quando si radunavano anche 18 lettori. Nel 1840 venne definito lo stato giuridico della biblioteca, che diventò statale e incorporò la libreria dell’abate Luigi Bellò.
Durante il periodo di direzione di Stefano Bissolati (1860-1884) illustri studiosi visitarono la biblioteca. Tra questi, il barone Neigenaur nel 1863 e Theodor Mommsen nel 1867. L’accrescimento di maggior rilievo fu il deposito della Libreria civica, avviato nel 1885. La Libreria ha conservato fino ad oggi piena autonomia patrimoniale e amministrativa: le opere a stampa, antiche e moderne, i manoscritti, il materiale non librario, hanno numero di ingresso, catalogazione e collocazione separati. I rapporti fra Comune di Cremona e Biblioteca statale sono regolati da una convenzione, continuamente rinnovata dal 1885 (l’ultimo rinnovo è del 2017).
Le statistiche pubblicate nel 1893 ci informano che la biblioteca rimaneva aperta sei gironi a settimana e che in un anno gli ingressi erano stati 8445. Nel 1900 era stato allestito un catalogo alfabetico Staderini a volumetti per le opere pubblicate dal 1885, che risultava però essere in uno stato di profondo disordine. Proprio agli inizi del Novecento l’istituto stava vivendo un periodo di crisi con ingressi giornalieri che solo qualche volta arrivavano a 20, ma più spesso erano una dozzina. Il 25 novembre 1939 ci fu la definitiva sistemazione dei due fondi, civico e statale, nell’attuale sede di palazzo Affaitati, in via Ugolani Dati. L’acquisizione della nuova sede, il suo disegno complessivo e la realizzazione dello spostamento si devono ad una giovane Virginia Carini Dainotti, che iniziò la sua carriera come direttrice proprio a Cremona nel 1936. Grazie al suo impegno e alla funzionalità della sede che aveva voluto, il pubblico tornò a crescere e nell’inverno del 1939 riuscì ad ottenere l’istituzione di una lettura serale. In alcune sere i lettori, appartenenti alla classe operaia, oltrepassarono il centinaio, e dato che l’apertura era di sole due ore e mezzo, il pubblico si presentava in anticipo aspettando per entrare e rimaneva fino all’ultimo. Nello stesso anno la direttrice allestì anche una Sala di lettura per gli studenti minori di 18 anni che rimaneva aperta tutti i pomeriggi dalle 15 alle 18, e nonostante non venisse effettuato per loro il servizio di prestito, gli ingressi annuali furono 3452. Dopo un primo periodo di prova, alla fine del 1940, venne deciso di adibire un locale apposito per la Sala Studenti e si regolamentò anche per loro il prestito: le tessere per l’ammissione al prestito vennero affidate ai Presidi perché le controfirmassero come garanzia e vennero realizzati per ciascun studente schedoni individuali di prestito. Dall’ottobre 1940 al giugno 1941 furono 7689 gli studenti ad entrare in biblioteca, 10.825 le opere date loro in lettura e 2481 i prestiti concessi. I 60 posti disponibili risultarono insufficienti e risulta che venne anche raggiunto il numero di 130 lettori presenti contemporaneamente nelle 3 ore di apertura della sala.
L’archivio storico della biblioteca conserva materiale a partire dal 1795; dal 1902 al 1961 la documentazione è stata ordinata secondo un titolario che comprende tra le altre le seguenti sezioni: personale, prestito, servizio pubblico (orari, funzionamento della biblioteca ecc.), statistiche. Dal 1961 al 1975 è stato utilizzato un nuovo titolario all’interno del quale si possono ritrovare sezioni simili al precedente. Per quanto riguarda i registri si conservano gli inventari topografici chiusi e correnti.
Letizia Vagli
Sito della Biblioteca: <http://www.bibliocremona.it/>
Anagrafe biblioteche italiane: <https://anagrafe.iccu.sbn.it/isil/IT-CR0062>
Archivi di biblioteche: per la storia delle biblioteche pubbliche statali, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2002, p. 37-44.
Virginia Carini Dainotti, La Biblioteca governativa nella storia della cultura cremonese, Cremona, Deputazione di storia patria, 1946.