Ladislao Odescalchi
L'amore per le armi del principe Ladislao Odescalchi (Roma 1846 - Principato di Monaco 1922) ebbe inizio a Firenze, dove andò in esilio nel 1866, in seguito ad uno degli episodi più buffi della sua biografia L'allontanamento da Roma, infatti, fu determinato da un semplice brindisi durante il carnevale di quell'anno, in cui Ladislao propose di brindare all'abolizione del maggiorasco, pur essendo a tavola con molti primogeniti, tra cui suo fratello Baldassarre. Tale gesto venne letto come un atto di ribellione nei confronti dello Stato pontificio che per questo giunse ad esiliare i due Odescalchi e gli altri commensali. Fu allora che conobbe antiquari come Giuseppe Fantappiè e Vincenzo Ciampolini grazie ai quali iniziò a prendere forma la sua collezione.
Ladislao, che non ebbe mai moglie e figli, concentrò le sue attenzioni sulla raccolta di armi e sulla vita mondana, tanto da diventare un "reporter" per Matilde Serao ed essere spesso citato dai resoconti di Gabriele D'Annunzio (v. approfondimenti in basso). Proprio quest'ultimo, in occasione di un ballo della caccia al Teatro Nazionale di Roma lo descrive così: "rosso e assai fiammante, Ladislao Odescalchi fa nel valzer prodigi di valore. La sua barba, fiorita come quella dell'imperatore Carlo Magno, vince di lucentezza la giubba". Non è quindi un caso che una delle più evocative testimonianze figurative del principe, peraltro, è il dipinto di Lucius Rossi conservato al Museo di Roma, che lo immortala nel Carosello del 1883 a Piazza di Siena, organizzato per le nozze del duca di Genova, Tommaso di Savoia, con Isabella di Baviera.
Gabriele D'Annunzio
Cronaca della spada (in La tribuna, lunedì 30 aprile 1888)
Il brano è tratto dall'articolo a firma de "Il Duca minimo", pseudonimo utilizzato da Gabriele D'Annunzio (1863-1938), uscito sull'importante quotidiano nazionale. La Tribuna, fondato nel 1883 dai politici Alfredo Baccarini e Giusepe Zanardelli e stampato fino al 1946. Il poeta descrive l'atmosfera delle feste che si tenevano nel palazzo Odescalchi in piazza SS. Apostoli. durante le quali il padrone di casa organizzava duelli e battaglie con gli amici utilizzando proprio i pezzi della sua collezione di armi..
Palazzo Odescalchi
Matilde Serao
Archivio di Stato di Roma, Fondo Odescalchi
Tra 1883 e 1885, la scrittrice e giornalista Matilde Serao (1856-1927) ebbe una fitta corrispondenza con Ladislao Odescalchi, che chiamava affettuosamente "informatore personale". Nei biglietti si citano spesso notizie su balli, ricevimenti, novità della moda o dei menu di gala, da riportare tra gli eventi mondani su Capitan Fracassa, il giornale con cui Matilde collaborava (solo nel 1892 fonderà Il Mattino con il marito Edoardo Scarfoglio). Ma in un'occasione la Serao appare furiosa con il suo "reporter senza professione", da cui non riceve più notizie...