Le donne e la guerra
print this pageL'entrata in guerra sconvolse non solo la normale vita degli uomini chiamati al servizio militare ma anche quella delle donne costrette a farsi carico in prima persona delle esigenze quotidiane della famiglia, dibattendosi tra scarsità di mezzi e crisi economica, conseguenza inevitabile dalla guerra.
Per sostituire nelle attività produttive le migliaia di soldati chiamati al fronte fu quindi necessario l’intervento massiccio delle donne; mogli, madri e figlie, uscirono dal consueto ambito, per la maggior parte di esse esclusivamente domestico, per andare ad occupare i posti di lavoro lasciati vuoti dagli uomini nelle industrie, nei campi, negli uffici. Si trovarono spesso a svolgere mansioni di fatica, con un salario inferiore a quello degli uomini; talvolta ricoprirono ruoli considerati fino ad allora esclusivamente maschili.
Molte di esse si misero al servizio dello Stato operando in numerosissime forme di beneficenza e assistenza come la raccolta di denaro o di materiali per le famiglie bisognose, ma pure recuperando, riparando e producendo materiali di cui necessitavano i soldati al fronte.
Prezioso fu il contributo dato dalle farmaciste, dalle assistenti e dalle infermiere della Croce Rossa e di altri corpi di soccorso inquadrati nel Regio Esercito stesso. Il corpo della Croce Rossa Italiana allo scoppio della guerra contava circa 4.000 infermiere che raddoppiarono nel corso del conflitto, raggiungendo le 8.500 unità; queste erano impiegate sia sulla linea del fronte, operando spessissimo in condizioni di estremo pericolo, che in tutte le strutture ospedaliere (mobili, da campo, di tappa ecc.) sorte per fronteggiare le necessità del gran numero militari feriti o ammalati.