I Procuratori di San Marco

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Per tutta la durata del dominio della Repubblica di Venezia, la carica di Procuratore di San Marco è la più prestigiosa dopo quella di Doge. È infatti a carattere vitalizio, a differenza di tutte le altre magistrature che si occupano dell'attività politica e di governo, ciascuna delle quali ha una durata ben definita e il conseguente periodo di contumacia a fine mandato. Sono eletti con nomina da parte del Maggior Consiglio i patrizi appartenenti alle famiglie più influenti della città; l'ottenimento della carica rappresenta il vertice del cursus honorum e la candidatura a divenire Doge. La magistratura è attestata fin dal IX secolo, inizialmente costituita da un solo membro, incaricato della custodia della cappella ducale. Nel corso dei secoli il numero dei Procuratori aumenta fino ad arrivare a nove nel 1442. A partire dal XIV secolo essi sono divisi in tre Procuratie in base all'ambito di giurisdizione: la prima detta de supra attende all'amministrazione della Basilica di San Marco e alle questioni concernenti l'area della Piazza; la seconda, de citra, si occupa di tutele, testamenti e commissarie dei sestieri “al di qua del Canal Grande”, cioè San Marco, Castello e Cannaregio; la terza, de ultra, svolge le stesse funzioni per i sestieri “al di là del Canal Grande”, ossia Dorsoduro, Santa Croce e San Polo. Dal 1516 per sopperire ai bisogni economici dello Stato e finanziare le imprese belliche l'incarico viene concesso anche a seguito del pagamento di ingenti somme di denaro e ciò porta alla nomina di Procuratori in soprannumero.

         

I Procuratori di San Marco sono custodi del tesoro e dei documenti pubblici, nonché di patrimoni privati, soprattutto di nobili stranieri. Sovrintendono all'esecuzione dei testamenti, in particolare in presenza di legati pii, gestendo eredità e commissarie ed esercitano la tutela sui beni di minori, vedove e incapaci. La cassa della Procuratia funge anche da deposito degli introiti di altre magistrature della Repubblica. Tutte queste attività comportano la gestione di grandi somme di denaro e un potere economico che si concretizza in finanziamenti all'erario, acquisto di imprestiti, investimenti immobiliari e commerciali. Nel XIV secolo ai Procuratori è proibito di assumere altri incarichi pubblici, ma questa condizione muta con il passare del tempo. Nel Quattrocento è loro concesso ad esempio di essere nominati ambasciatori a Roma o presso corti reali e di assumere le più alte cariche delle forze militari come comandanti della marina da guerra e capitani o commissari dell'esercito in terraferma. Grazie al loro ruolo possono inoltre essere eletti arbitri in controversie tra nobili o tra le comunità dello Stato di Terra. Dal 1442 i Procuratori hanno l'obbligo di vivere in appartamenti pubblici in Piazza San Marco, le cosiddette Procuratie. Dal 1444 sono esonerati dall'obbligo di presiedere alle sedute del Maggior Consiglio purché non si discuta di questioni riguardanti le loro attività e dal 1453 i nuovi nominati divengono senatori perpetui con diritto di voto.

         

Gli uffici dei Procuratori sono definiti “Ridotti”. Dal XIV secolo il personale impiegato è formato da un gastaldo (due per i Procuratori de supra), incaricato di riscuotere i pagamenti dalle banche e di calcolare le rendite, un camerarius, due notai e un advocatus. Già dal XIII secolo sono istituiti i Giudici del Procuratore, cioè tre patrizi in carica per sedici mesi con il compito di risolvere i contenziosi che coinvolgono i magistrati e che riguardano soprattutto questioni ereditarie. La ricca documentazione prodotta delle diverse Procuratie è consultabile presso l'Archivio di Stato di Venezia.