18 - Veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo

Veduta del Tevere a Castel Sant'Angelozoom
Veduta del Tevere a Castel Sant'Angelo

Sanguigna, matita, penna, inchiostro, acquerello grigio e rosa su carta quadrettata a matita, numerata da 1a 13, e trasferita su un supporto di tela azzurra, 237 x 480 mm
Al retro sulla tela azzurra il n.539
BNCR: Disegni 3, III, 18

La Veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo è presa da una casa di Tor di Nona a specchio sul Tevere, all’altezza dell’arco di Parma. Sulla riva sinistra si vede una piccola spiaggia di approdo nei pressi dell’arco stesso, poi gli ultimi edifici di Tor di Nona sino al largo davanti al ponte, dominato dall’imponente Palazzo Altoviti. Al di là del Tevere si notano, di fronte, il tiburio e il frontone dell’Ospedale di Santo Spirito in Sassia e il taglio del Borgo con lo stesso nome, poi le case dei Borghi, e il Borgo Nuovo con Santa Maria in Traspontina.  E’ una bella immagine di come appariva quell’area prima degli sventramenti novecenteschi. Sullo sfondo, la basilica di San Pietro e i Palazzi Vaticani, al centro il ponte Sant’Angelo le cui sculture furono oggetto di disegni particolareggiati dell’artista, conservati nella raccolta vanvitelliana della Reggia di Caserta.

Da questo disegno quadrettato Van Wittel trasse almeno tredici diverse versioni dipinte, sette a tempera e sei ad olio datate tra 1683 e 1722, segno che quell’immagine di Roma riscuoteva grande successo presso committenti e collezionisti italiani e stranieri. Ne è ulteriore prova il cattivo stato di conservazione del disegno. Questo studio si deve datare certamente prima del 1683, anno a cui risale la prima versione dipinta datata che reca al retro una scritta dell’autore in olandese. Questo primo esemplare è la bella tempera della collezione Odescalchi, conservata nella Galleria Nazionale d’arte antica di palazzo Barberini a Roma.

La presenza del palazzo e della terrazza con vasi di fiori, in primo piano a sinistra nel disegno, si deve leggere come un’invenzione vanvitelliana, concepita per equilibrare la composizione aperta, a destra, sulla spianata dei prati che circondano Castel Sant’Angelo. Il nobile palazzo raffigurato nel disegno e in quasi tutte le versioni dipinte non è identificabile nelle piante seicentesche.