Penna, inchiostro, matita, acquerello grigio su diversi fogli di carta con qualche accenno di quadrettatura a matita e trasferita su un supporto di tela azzurra, 392 x 1153 mm
Al retro sulla tela azzurra il n.536
BNCR: Disegni 3, III, 10
La veduta è presa dal Quirinale e precisamente dai giardini, parte dei quali compaiono sulla sinistra. Sullo sfondo è il colle del Gianicolo. Da sinistra si distinguono la chiesa del Gesù, Sant’Andrea della Valle, la mole di Sant’Ignazio, la calotta del Pantheon, la cupola di Sant’Ivo alla Sapienza, la cupola di Sant’Agnese in Agone, la Colonna Antonina, l’orologio di Montecitorio, San Pietro e il Vaticano. Sull’estrema destra la veduta si chiude con la cupola borrominiana di Sant’Andrea delle Fratte, un elemento architettonico facilmente visibile da tutti i punti della città, tanto che è spesso presente nelle vedute dell’artista.
Il taglio compositivo è talmente nuovo da non aver trovato, forse proprio per questo, un committente in grado di apprezzarlo, cosicché il disegno è rimasto, ad oggi, l’unica testimonianza dell’invenzione vanvitelliana. Certamente alla fine del Seicento esistevano già incisioni e disegni con panorami di Roma, benché non siano noti dipinti del tempo con questo soggetto. La veduta infatti sembra avere per protagonisti i tetti della città e se fosse stata realizzata in pittura sarebbe stata la più moderna dipinta dall’artista olandese. Non esiste però nel disegno una vera e propria quadrettatura, ma semplicemente un cenno di linee verticali a carboncino, il che potrebbe indurre a supporre che Gaspar van Wittel, non avendo ricevuto nessuna commissione per questa veduta, non avesse neppure portato avanti il lavoro preparatorio della quadrettatura.