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L’Archivio Centrale dello Stato, organo dotato di autonomia speciale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Direzione Generale per gli Archivi), è l’Istituto archivistico depositario della memoria documentale dello Stato unitario.
L’origine dell’Archivio Centrale dello Stato risale al 1875 quando, con decreto reale del 25 maggio n. 2552, fu istituito l’Archivio del Regno con la finalità di conservare, oltre agli originali delle leggi e decreti, allo stato civile di Casa Savoia e al registro araldico, anche gli atti dei dicasteri centrali non più occorrenti “ai bisogni ordinari del servizio”.
L’Archivio del Regno rimase tuttavia per lungo tempo un’istituzione priva di completa autonomia: la sede, la gestione dei documenti e la direzione amministrativa erano infatti in comune con l’Archivio di Stato di Roma.
La situazione restò invariata fino all’indomani della II guerra mondiale quando cominciò a farsi strada l’esigenza di una diversa organizzazione dell’Istituto e della sua sistemazione in una sede definitiva e autonoma. Tale orientamento era dettato anche dalla necessità di trovare una collocazione idonea agli archivi delle amministrazioni centrali che erano stati fatti trasferire al nord Italia durante la Repubblica di Salò e che erano poi stati recuperati alla fine della guerra.
La piena autonomia dell’Istituto fu sancita nel 1953 con la legge del 13 aprile n. 340: venne ufficializzata la nuova denominazione di Archivio Centrale dello Stato e operata la distinzione dall’Archivio di Stato di Roma, e fu posto alla direzione dell’Istituto il funzionario con il grado più elevato dell’amministrazione archivistica.
In concomitanza si trovò anche la soluzione all’annoso problema della sede, individuata infine nell’edificio monumentale dell’EUR che avrebbe dovuto ospitare la mostra delle corporazioni nell’ambito dell’Esposizione universale di Roma.
Il trasferimento presso la nuova sede fu effettuato nel 1960.
Nel 2008 l’Archivio Centrale dello Stato è diventato un istituto dotato di autonomia speciale nell’ambito del Ministero per i beni e le attività culturali (D.P.R. del 26 novembre 2007 n. 233 e D.M. del 7 ottobre 2008) acquisendo autonomia scientifica, finanziaria, organizzativa e contabile.
La documentazione conservata presso l’Archivio Centrale dello Stato ha una consistenza di quasi 110 chilometri.
Secondo quanto previsto dalle norme archivistiche, l’Archivio Centrale dello Stato ha il compito di:
• conservare a seguito di versamento (consegna obbligatoria) la documentazione prodotta dagli organi centrali dello Stato (Presidenza del consiglio dei ministri, ministeri, organi giudiziari e consultivi);
• conservare gli archivi ricevuti da enti pubblici di rilievo nazionale a seguito di comodato o deposito;
• conservare gli archivi ricevuti da privati a seguito di comodato, deposito, donazione o acquisto. Insieme agli archivi statali, l’Archivio Centrale conserva circa cinquanta archivi di enti pubblici e privati, di rilievo nazionale. Alcuni sono stati depositati dagli enti stessi, che hanno messo a disposizione della ricerca storica le proprie carte più antiche; altri da società subentrate a preesistenti istituzioni; la maggior parte sono stati invece versati dal Ministero del tesoro che ha curato la liquidazione degli enti. Si segnalano quelli dell’Opera Nazionale Combattenti (ONC), dell’Ente per l’esposizione universale di Roma del ’42 (EUR), del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), della Società generale immobiliare (SGIS), dell’Istituto per la ricostruzione industriale (IRI).
Attualmente presso l’Archivio Centrale sono conservati circa duecentocinquanta archivi personali di esponenti della politica (tra cui Agostino Depretis, Francesco Crispi, Giovanni Giolitti, Vittorio Emanuele Orlando, Ferruccio Parri, Ugo La Malfa, Pietro Nenni ) e della cultura, in particolare di architetti, (come Luigi Moretti, Mario Paniconi, Giulio Pediconi, Riccardo Morandi, Plinio Marconi, Gaetano Minnucci, Giuliana Genta), la cui documentazione svolge una funzione insostituibile nella ricerca storica.
Negli ultimi anni, infine, si è sedimentato presso l’Istituto un ricchissimo patrimonio fotografico mentre è consistente il nucleo di archivi su supporto non cartaceo: la documentazione della Commissione Alleata di Controllo e del Governo Militare Alleato, su microfilm; quella dell’Internazionale Comunista, su cd-rom, la Collezione italiana delle interviste della University of Southern California Shoah Foundation Institute for Visual History and Education, in DVD e video-cassette, i filmati dell’United States Information Service (USIS).
A seguito della Direttiva Prodi (2008) relativa al rapimento e all’uccisione di Aldo Moro e della Direttiva Renzi (2014) sulle stragi che da Piazza Fontana a al rapido 904 hanno segnato la storia del paese, l’ACS ha acquisito i versamenti disposti dalle relative direttive.
SIAS - Sistema Informativo degli Archivi di Stato