Velletri, 1859-1869. Teatro Graziosi: acquisto del fabbricato da parte del Comune
Roma, Archivio di Stato, Segreteria per gli affari di Stato interni, poi Ministero dell'interno, b. 1803
- estremi cronologici
- 17 settembre 1859 - 14 dicembre 1869
- descrizione fisica
- Fascicolo
Carteggio intercorso tra il gonfaloniere del Comune di Velletri, il delegato apostolico e il ministro dell'interno, circa l'acquisto da parte del Comune del fabbricato adibito a teatro di proprietà degli eredi del capitano Giuseppe Graziosi.
- Dichiarazione di Andrea Scipioni;
- Rapporto sulla proposta del nuovo Teatro in Velletri per il Consiglio dei ministri del 6 febbraio 1860;
- Lettera del gonfaloniere di Velletri al delegato apostolico di Velletri;
- Lettera degli eredi Graziosi al segretario di Stato e presidente del Consiglio dei ministri, cardinale Giacomo Antonelli;
- Pianta e progetto delle nuove carceri di Velletri: “Riassunto delle spese sopportate dal Municipio di Velletri per l'acquisto dei terreni, e case che vennero demolite per formare l'area ove doveva sorgere il nuovo Teatro al Metabo e delle spese incontrate per la costruzione delle fondamenta (...) Velletri li 30 Agosto 1863)”;
- Le fondamenta nel 1863 furono utilizzate per costruire le nuove carceri. Alla pratica è perciò allegata la “Pianta ed elevazioni dei fondamenti del Teatro Velletri 6 settembre 1836 Giuseppe Andreoli Ing(egne)re”;
- Lettera del legato di Velletri al ministro dell'interno;
- “Distinta delle spese sostenute dall'Erario comunale di Velletri per l'acquisto del teatro Graziosi, per l'ingrandimento e decorazione del medesimo, e per altri lavori ed acquisti relativi ed attinenti al detto teatro, come si rileva dalla Posizione esistente nell'Archivio del detto Comune (...) All'appaltatore Andrea Scipioni (...) al collaudo del Sig(nor) Ing(egne)re Burri (...) Sig(nor) Corsetti perito comunale (...) direzione dei lavori (...) scenografo G. Ceccato per il compimento delle scene e spezzati di dote del teatro (...). Notaro Jachini per la stipolazione degli Istromenti di acquisto (...) Totale della spesa occorsa scudi 11.34652,4 Velletri 20 Settembre 1865”.
L'impresario teatrale fino all'inizio del 1865 fu Giuseppe Aragozzini, fuggito senza pagare gli artisti, e sostituito da Andrea Scipioni.
trascrizione
“Io sottoscritto mi obbligo verso il Comune di Velletri quante volte effettui l'acquisto del locale ad uso di Teatro di proprietà degli eredi Graziosi di proseguire ed ultimare in detto locale i lavori a forma in tutto e per tutto del disegno e relativo scndaglio già redatto dai Sig(nor)i Ingegneri Scipione Corsetti ed Osea Brauzzi nella somma di scudi Seimila, inclusivamente ai lavori imprevisti (...) Velletri 7 Settembre 1859 Andrea Scipioni”.
2. Rapporto sulla proposta del nuovo Teatro in Velletri per il Consiglio dei ministri del 6 febbraio 1860
“Nella Città di Velletri, fin dall'Anno 1828, fu dato principio alla costruzione di un gran Teatro a carico di quel Municipio; e dopo essere stati spesi per le sole fondamenta circa scudi sedicimila dové tralasciarsi per mancanza di danarao, il proseguimento dell'opera, pel cui compimento a parere de' periti non sarebbero stati sufficienti scudi cinquantamila, e così in quella Città ora si additano unicamente le traccie murarie sopra terra dell'edificio teatrale suddetto.
Da quell'anno fino al presente tenutosi proposito in replicati modi di un Teatro nella suddetta Città fu sempre riconosciuta ed ammessa l'impossibilità di riabbracciare e proseguire la vasta impresa (...) Ma avendo il cap(itan)o Giuseppe Graziosi costruito in un fabbricato di sua proprietà un piccolo Teatro per farvi agire nella maggior parte dell'anno la Società Filodrammatica Veliterna, esso Cap(ita)no nel Marzo 1858 presentò al Municipio di Velletri il progetto di obbligarsi a ingrandire tale teatrino mediante il correspettivo di scudi 40 annui nel lasso di anni 12 e del profitto di tutte le tombole che avrebbero avuto luogo colà nel corso del medesimo dodicennio.
Tale progetto ammesso con risoluzione consigliare del 21 del detto Marzo 1858, venne sancito dalla Cong(regazion)e Governativa Veliterna; ma però non ebbe il suo intero compimento, perché l'Appaltatore de' lavori pell'ingrandimento della nuova fabbrica, con cui il detto Cap(ita)no Graziosi aveva fatto un particolare contratto, procedette lentissimamente nell'opera, di modo che ne' primi giorni dell'anno 1859 la morte del mentovato Graziosi, tutto restò paralizzato, non essendosi creduti gli eredi del defunto obbligati di rispettare il fatto del loro autore. Anzi gli eredi suddetti prima di disporre del locale ove stavasi ampliando (...) il nuovo Teatro, si fecero a proporre al Municipio la vendita del relativo fabbricato per la somma di scudi 2.100 (...)”
3. Lettera del gonfaloniere di Velletri al delegato apostolico di Velletri
“Eccellenza Reverendissima
Il Municipale Consiglio legalmente convocato li 18 settembre 1859 fattosi interprete dei voti della intiera popolazione, deliberò di acquistare dagli eredi del Capitano Giuseppe Graziosi la fabbrica del Teatro, dando piene facoltà alla Magistratura di trattarne l'acquisto, e nominando una deputazione nel suo seno onde far ultimare i lavori che rimangono da eseguirsi.
L'acquisto del Teatro, con i lavori che vi occorrono per renderlo adatto all'uso, fu determinato a scudi 8000 circa, cioè scudi 2.000 per la compera della fabbrica, e scudi 6000 per li lavori fatti, da farvisi a compimento, comprensivi gli imprevisti; e detta somma da pagarsi a scudi mille annui senza interesse di frutti.
Però l'Eccellentissimo Ministero dell'Interno (...) ritenne che la costruzione del Teatro dovesse eseguirsi col mezzo di una Società di azionisti, ciascuno dei quali dovesse ottenere in corrispettiva la proprietà di un Palco, e nella quale Società dovesse concorrere il Comune coll'assumere un numero di Azioni non mai maggiore di cinque, e con una sovvenzione di scudi mille per una volta soltanto.
In relazione questo Ministeriale Dispaccio, dalla Magistratura venne compilato il Regolamento costitutivo di detta Società, e quindi furono pubblicati gli Avvisi, ma inutilmente, perché niun Azionista si presentò (...).
Rimaste infruttuose tutte queste pratiche, e non potendo gli eredi Graziosi provvedere di per loro alla ultimazione di detto Teatro, non rimane altro modo che quello deliberato dal Consiglio nella succitata tornata del 18 Settembre 1859 (...).
Aggiungendo che se prima era decoroso di dotare questa Città di un Teatro, ora è divenuta necessità assoluta che il Comune lo provvegga senz'altro ritardo, poiché la Truppa Francese stanziatavi con lo Stato Maggiore, e moltissima Ufficialità abbisogna di uno stabilimento ove possa convenire, non presentando detta Città altro mezzo di ricreazione e divertimento.
Essendo pertanto un voto generale della Città che il Comune proceda all'attuazione del Teatro come alla delibera Consiliare predetta; venendomi ora reiterate le istanze dalla miglior classe dei cittadini, e signore perché il Comune provvegga senz'altro al Teatro suddetto (...) egli è perciò che prego vivamente l'Eccellenza Vostra Reverendissima a volermi, con la sua efficacissima mediazione ottenere che possa il Comune procedere (...) Velletri 15 Ottobre 1860 (...) G. Filippi”.
4. Lettera degli eredi Graziosi al segretario di Stato e presidente del Consiglio dei ministri, cardinale Giacomo Antonelli
“Eminentissimo Principe
La Città di Velletri era mancante di un teatro. I Cittadini nel 1858 persuasero il Capitano Giuseppe Graziosi il quale avea già ridotto a questo uso ma con opera in legno, un locale destinato già a fenili nell'interno della Città e prossimi ad un forno da pane, a migliorare ed ampliare questo locale.
Gli fu esibito uno scandaglio dei lavori necessarj e credette poterlo assumere.
Il Comune promise qualche compenso, che però era incerto e forse illusorio, come quello che riguardava una privativa di due tombole per sei anni.
Il Graziosi amante del suo paese e dei suoi concittadini si sobarcò al lavoro - Era inoltrato quando avvenne la sua morte. Gli eredi, una figliastra ed un nepote pupillo, trovarono l'eredità così intrigata di pesi, che subito dovettero contrarre debiti e per pagare la tassa di successione e le più urgenti passività e spese. (...) Impossibilitata pertanto l’eredità a proseguire la fabbrica del Teatro e però restata in condizioni, che per le intemperie deperisce e guastansi i fatti lavori, domandò al Comune di vendere il fabbricato e perché accollandosi esso i fatti lavori, li proseguisse. Il prezzo di questi ad opera compita, compreso il prezzo del fondo era determinato a scudi Ottomila. Il Consiglio Comunale ammise l'acquisto e la spesa. La Delegazione passata però credette riferire all'Ecc(ellentissi)mo Ministro dell'Interno prima di sanzionare la spesa. Questo credette di modificare il progetto e volle che l'opera e l'acquisto si facesse per carati, contribuendo il Comune scudi Mille e più assumendo Cinque Carati. Questo progetto non riuscì, perché la mancanza del raccolto del vino obbligò i Cittadini a porsi in stretta economia e così mancarono gli acquirenti dei Carati. (...) Roma 9 Dicembre 1860”.
7. Lettera del legato di Velletri al ministro dell'interno
“Eccellenza Reverendissima
Sussiste che questo Monsignor Vescovo Suffraganeo nel passato anno all'occasione dell'apertura del nuovo Teatro facesse dimanda di un palco per la sua Curia, ma la Magistratura e Deputazione dei pubblici spettacoli riunite in congresso deliberarono non farsi luogo alla domanda, perché né nei teatri di Civitavecchia, e Viterbo di recente costruito, né negli altri esistenti nelle principali Città delle provincie usurpate la Curia Ecclesiastica ha palco a carico del Comune, o dell'impresa.
In fatti le Disposizioni emanate dalla suprema Segreteria di Stato, e dalla Direzione Generale di Polizia dal 1816 fino al presente relative ai pubblici teatri mai hanno fatto menzione di palco per la Curia Ecclesiastica essendo sembrato provveduto colla presenza dell'Autorità Governativa, e dalla Polizia, la quale ha per istituto di vigilare anche per l'osservanza delle Leggi, e discipline Ecclesiastiche, e prestarsi ad ogni occorrenza della medesima Curia. A queste considerazioni di massima si aggiunge che il teatro Veliterno non ha nei tre ordini che numero 18 palchi oltre i prosceni essendo il rimanente loggie o gallerie con sedie distinte per le quali la stessa Curia riceve seralmente due biglietti. (...) Velletri 19 Novembre 1864”.
sitografia
Sistema informativo dell’Archivio di Stato di Roma