Poletti, Luigi

Architetto

qualifica
Architetto
data di nascita e morte
Modena, 28 ottobre 1792 - Milano, 2 agosto 1869
Luigi Poletti, architetto
Luigi Poletti, architetto

Biografia

Nella città natale frequenta il ginnasio e il liceo e, al tempo stesso, i corsi dell’Accademia di belle arti. Nel 1811 si iscrive alla facoltà di scienze matematiche dell’Ateneo di Bologna, conseguendo il baccellierato nel 1812 e la licenza nel 1813; l’anno seguente si laurea. Di ritorno a Modena, nel 1816 è supplente alla cattedra di meccanica e idraulica di Paolo Ruffini, e quindi nel 1817 viene inviato in Garfagnana in qualità di ingegnere provvisorio del Ducato modenese. L’anno successivo gli viene conferita una pensione da parte del marchese Luigi Rangoni, ministro dell’Istruzione del Ducato, perché possa perfezionare i propri studi a Roma. Qui frequenta la scuola di specializzazione per gli ingegneri diretta da Giuseppe Venturoli, suo docente a Bologna. L’erogazione della borsa di studio termina l’anno successivo. Poletti continua a frequentare i corsi come uditore fino al 1821, conseguendo un attestato di merito; dal 1818 inizia a seguire, seppure con frequenza non regolare, i corsi dell’Accademia di S. Luca. Sono testimonianza di quegli anni numerosi progetti e disegni: lo studio per un battistero (1819; Modena, Biblioteca civica Luigi Poletti, Fondo disegni Poletti, nn. 109-111), i progetti di riduzione della palazzina dei giardini pubblici in Modena (1820; Luigi Poletti architetto, 1992, p. 35) e di un grande teatro (1821); quest’ultimo, costituito da sette tavole, viene esposto all’Accademia di S. Luca e menzionato nel "Giornale arcadico".
A Roma Poletti conosce Raffaele Stern, Giulio e Giuseppe Camporese: da questi è indirizzato allo studio delle antichità romane. Suoi appunti riguardanti questioni tecniche (1820) ne testimoniano la sua presenza piuttosto assidua presso alcuni tra i più importanti cantieri romani del periodo, il Braccio nuovo dei Musei Vaticani di Stern e del più giovane dei Camporese, e il Teatro Valle, diretto dal secondo su progetto di Giuseppe Valadier.
Nel 1821 partecipa al concorso per lo Sferisterio di Macerata con due differenti progetti: il giudizio, formulato dapprima da un organismo locale e in seguito dall’Accademia di S. Luca, premia Ireneo Aleandri, anch’egli allievo delle scuole accademiche.
Tra il 1822 e il 1827 si dedica allo studio dei ponti sospesi in ferro. In una dissertazione pubblicata nel 1824, in cui dà mostra della sua solida preparazione sull’argomento, appare chiaro l’intento di favorire l’innovazione tecnica in un contesto culturale ancora di stampo conservatore. Tra i progetti si segnalano, in Roma, quello del ponte di Ripetta e del ripristino del ponte Senatorio, più noto come ponte Rotto. Nel 1824 Poletti si cimenta nella realizzazione di un ponte sull’Aniene nei pressi di Castel Madama commissionatogli dal marchese Alessandro Pallavicini, non ultimato a causa di alcuni inconvenienti di natura strutturale, occorsi in fase di esecuzione, che avevano compromesso la stabilità dei piloni.
Nel 1823, con Giuseppe Tambroni, l’abate Girolamo Amati, Filippo Agricola, Leopoldo Staccoli, erudito e letterato, e Salvatore Betti, Poletti partecipa a una campagna di scavo lungo la via Appia in località Frattocchie, luogo in cui anticamente si trovava l’insediamento urbano di Boville.

La partecipazione al concorso per la progettazione dello Sferisterio aveva dato modo a Poletti di entrare in contatto con alcuni rappresentanti della società del Giuoco del Pallone e notabili maceratesi, che di lì a breve divenggono i suoi importanti committenti marchigiani.
Nel 1823 torna a Modena, dove gli vieneofferta una cattedra presso la locale Accademia di belle arti, che rifiuta. Di lì in poi prende dimora stabile in Roma, divenendo in breve una figura di spicco tra gli architetti dell’epoca.
La formazione tecnico-scientifica distingue subito Poletti rispetto agli architetti suoi contemporanei.
Nel corso degli anni Trenta e per parte del successivo decennio, su incarico del cardinale Agostino Rivarola, è impegnato nei territori dello Stato pontificio in interventi di una certa rilevanza.
Nel marzo 1833 il pontefice Gregorio XVI designa Poletti, in quell’anno nominato segretario dell’Accademia di S. Luca, della quale era membro dal 1829, quale coadiutore di Pasquale Belli nella direzione dei lavori presso la basilica di S. Paolo fuori le Mura, seriamente compromessa dall’incendio del 1823. Venuto a mancare Belli, nell’ottobre dello stesso 1833, Poletti si cimenta nell’elaborazione del definitivo progetto di ricostruzione della chiesa.
L’intensa attività professionale di quegli anni si accompagna sempre alla didattica presso le scuole dell’Accademia di S. Luca, della quale è presidente dal 1849 al 1853: supplente della cattedra di architettura pratica dal 1836, ne diviene titolare tre anni dopo. Dal 1850 inizia a insegnare architettura teorica.
Nel 1866, in precarie condizioni di salute, nomina per testamento suo erede universale il Comune di Modena, ponendo tra le clausole l’istituzione di un concorso quadriennale riservato agli allievi della modenese Accademia di belle arti. Con il medesimo istrumento devolve un capitale di tremila scudi romani in cartelle di consolidato all’Accademia di S. Luca, "perché coi 150 scudi annui di frutto […] [potesse] di biennio in biennio premiare la migliore memoria intorno
Nel luglio 1869 si reca da Roma a Baveno, sul lago Maggiore, dove è colto da malore improvviso – le fonti dell’epoca parlarono di apoplessia capillare –, trasportato a Milano muore il 2 agosto.

*tratto dal Dizionario biografico degli Italiani.