Introduzione
print this page“Nobiltà alla Carta” nasce all’interno degli assi progettuali del programma “500 Giovani per la Cultura”, promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Il progetto trae spunto, nello specifico, dall’asse “Patrimonio Culturale Immateriale”, che, tra gli obiettivi generali, contempla la “traduzione” in conoscenza del termine “dieta” come “stile di vita”, “cioè l’insieme delle pratiche, delle rappresentazioni, delle espressioni, delle conoscenze, delle abilità, dei saperi e degli spazi culturali con i quali le popolazioni del Mediterraneo hanno creato e ricreato nel corso dei secoli una sintesi tra l’ambiente culturale, l’organizzazione sociale, l’universo mitico e religioso del mangiare. Il termine non concerne, dunque, esclusivamente gli alimenti, ma la socialità che intorno agli alimenti si coagula nel consumo e nella preparazione, oltre alle attività tradizionali collegate all’agricoltura, all’allevamento e alla pesca”.
In linea con quanto scritto sopra e a beneficio della conoscenza legata al “paesaggio” alimentare del territorio siciliano, “Nobiltà alla carta” si identifica come un “viaggio” all’interno dei palazzi nobiliari di Palermo, focalizzando l’attenzione sulle consuetudini alimentari di alcune famiglie aristocratiche della città tra l’Ottocento e il Novecento. La dieta delle singole famiglie è stata ricostruita attraverso un approfondito studio delle “carte” dell’Archivio di Stato di Palermo, a cui si deve la custodia dei fondi documentali più importanti della nobiltà siciliana. Una ricerca meticolosa e sistematica, grazie alla quale è stato possibile scavare in profondità negli archivi di famiglia, traendone informazioni:
- sull’alimentazione familiare nel contesto privato, rintracciando le modalità di organizzazione dei pasti giornalieri di un antico palazzo e la dieta che l’aristocrazia del XIX e del XX secolo usava seguire quotidianamente;
- sull’alimentazione familiare nel contesto pubblico, in relazione a feste e grandi banchetti, rispolverando sensazioni enogastronomiche proprie di un evento importante di epoca contemporanea;
- sull’elaborazione del cibo attraverso antichi ricettari o documenti redatti da cuochi che hanno “militato” tra i ranghi della numerosa servitù delle famiglie, occupando un posto privilegiato e di grande rilievo;
- sulle produzioni agrosilvopastorali, ittiche ed enologiche dei possedimenti delle famiglie sparsi in tutta la Sicilia, sottolineando le cibarie che le stesse potevano fornire alla tavola o agli investimenti nel mercato alimentare dell’epoca.
La capacità divulgativa dei contenuti acquisiti è stata affidata alla redazione di una scheda di famiglia, dedicata a ogni casato, grazie alla quale si è potuto favorire l’unitarietà di tutte le notizie raccolte a seguito della ricerca. Partendo da coordinate storico-genealogiche (“Storia della famiglia”), dalle origini al periodo preso in oggetto, una scheda di famiglia si declina secondo le seguenti sezioni:
- “Cibo e nobiltà”, ossia un contenuto generale sulle abitudini della famiglia inerenti all’elaborazione e al consumo del cibo durante i secoli XIX e XX. Il testo si presenta “multiforme” nei contenuti, suddivisi per paragrafi, per adeguarsi agli spunti forniti dai fondi delle singole famiglie;
- “Dispensa di palazzo”, ossia una raccolta degli alimenti che, su indicazione dei documenti d’archivio, era possibile trovare nelle cucine e nelle sale da pranzo dei palazzi nobiliari della famiglia nei secoli XIX e XX;
- “Utensili di cucina”, ossia l’elenco degli strumenti utilizzati nelle cucine delle residenze aristocratiche o durante un pasto tra i secoli XIX e XX.
L’innovazione del progetto “Nobiltà alla Carta” consiste nel trasferire conoscenze proprie di una ricerca d’archivio a “uso e consumo” di un target di utenza legato alla fruizione dei luoghi della cultura, secondo determinazioni proprie del turismo culturale. L’Archivio mantiene il suo ruolo di custode della conoscenza documentaria e allo stesso tempo riversa il proprio patrimonio nel territorio di appartenenza, interfacciandosi con altri beni culturali che ne costituiscono il naturale contenitore. Nel caso di “Nobiltà alla Carta” tutte le schede di famiglia e i relativi approfondimenti sono stati idealmente innestati nel substrato urbanistico di Palermo, assegnando a ognuna di esse un palazzo di famiglia presente nel centro storico della città. La sezione “Il palazzo di famiglia” si presenta, infatti, come una descrizione generale del palazzo nobiliare, scelto, da un lato, per la presenza in Archivio di materiale storico che permettesse l’individuazione degli spazi dedicati al cibo e, dall’altro, per l’attuale possibilità di visitarne gli ambienti interni. I palazzi scelti costituiscono l’itinerario turistico-culturale messo a disposizione dei “viaggiatori”. In tal senso, “Nobiltà alla Carta” è un prodotto di valorizzazione del patrimonio storico-artistico da un lato e di carattere etno-gastronomico dall’altro.
La migrazione del progetto sul piano turistico si inserisce in quella letteratura di settore di avanguardia che si fonda sul “teorema” delle tre “L”, ovverosia su tre concetti basilari quali learning, landscape e leisure. Strettamente correlati al viaggio culturale, questi tre principi si sposano con la proposta di “Nobiltà alla Carta”, in quanto il progetto soddisfa l’esigenza di “conoscenza” del target di riferimento, per il quale la domanda sui luoghi della cultura “cosa…?” viene implementata attraverso il quesito “perché…?”, che permette ai beni di essere compresi nella loro essenza. Il progetto imposta gli argomenti tematici secondo una visione olistica del paesaggio urbano, incrociando beni culturali di per sé differenti, ma riconosciuti come meccanismi di una storia comune. Infine,”Nobiltà alla Carta” colma il “piacere” del viaggiatore della cultura nel poter vivere il centro storico in maniera lenta, perfettamente in sintonia con la soddisfazione nel poter scoprire il “genius loci” di un territorio, anche se in un aspetto specifico, in profondità e con completezza di informazioni.