Valguarnera di Niscemi - Storia della famiglia
print this pageLa famiglia Valguarnera è considerata una delle più potenti, antiche e illustri famiglie aristocratiche della Sicilia. Secondo la tradizione storica il casato prese origine dai conti “Ampurias” della Catalogna, eredi della stirpe dei re Goti di Spagna. L’arrivo in Sicilia è legato ad alcuni antichi esponenti del casato: Simone Valguarnera e i fratelli Simone e Vitale. Il primo, balivo del re Pietro d’Aragona nel 1282, fu capostipite dei baroni di Godrano, attuale abitato vicino Palermo, potendo vantare persino conquiste in terra africana, come l’isola di Gerba sulla quale fondò un castello, chiamato proprio Valguanera. Della dinastia di Simone le cronache citano due figli, chiamati entrambi Francesco, di cui uno generale d’armata di re Ladislao di Napoli (fine XIV e inizi XV secolo).
I fratelli Simone e Vitale, catalani di provenienza, vennero in Sicilia al seguito di re Martino, il quale donò, rispettivamente all’uno e all’altro, la “castellania” di Paternò e la baronia della terra d’Asaro. Quando entrambi morirono, ereditò i loro titoli e le loro proprietà un terzo fratello, il maggiore, di nome Francesco, che raggiunse dalla Catalogna la Sicilia insieme al figlio Vitale. Dal matrimonio di quest’ultimo con Antonia Cruillas (1437) nacquero Giovanni, Giacomo e Lorenzo. Vicini alla casa reale, almeno due dei tre fratelli ottennero incarichi prestigiosi e importanti. Tra il 1440 e il 1484 Giovanni fu “cameriero” di re Alfonso, stratigoto di Messina e presidente del Regno, nonché generale di cavalleria e fanteria inviato dal re Cattolico a supportare le truppe di Ferdinando d’Aragona. Nel 1495 Giacomo fu nominato, invece, vescovo di Malta.
Durante il periodo di Carlo V, un altro Giovanni venne eletto stratigoto di Messina e conte d’Asaro. Nel corso del XVII secolo, altri Valguarnera vennero insigniti, nell’ambito dell’amministrazione del Regno di Sicilia, di alte cariche. E’ il caso, ad esempio, di Francesco, secondo Principe di Valguarnera, vicario generale dei territori regi e pretore di Palermo nel 1651. Nel 1676 il terzo principe di Valguarnera, anche lui Francesco, si distinse come capitano di galea durante una furiosa battaglia nelle acque di Palermo tra la flotta francese e le alleate di Spagna e Olanda.
Nel XVIII secolo si ricorda ancora un Francesco Saverio, capitano delle guardie siciliane di re Vittorio Amedeo di Savoia e gentiluomo di camera di re Carlo III Borbone. Nel 1731 ottenne la carica di capitano della flotta di Malta un Pietro, divenendo poi gentiluomo di camera di re Carlo Emanuele di Savoia.
La famiglia Valguarnera, nel corso del tempo, si divise in due rami. Un primo, erede del principato di Ganci, di Gravina, di Bozzetta e Pasquasia, si estinse nella nobile famiglia degli Alliata di Villafranca; un secondo, proprio dei duchi dell’Arenella e dei principi di Niscemi, sopravvisse per tutto l’Ottocento e il Novecento. Quest’ultimo ramo prese origine da Vitale Valguarnera e Lanza, secondogenito di Francesco, primo principe di Valguarnera. Tra i più recenti nomi del secondo ramo, è famoso Corrado Valguarnera e Tomasi (1838-1903), duca dell’Arenella e settimo principe di Niscemi. Ex garibaldino e successivamente senatore del Regno d’Italia dal 1880, nel 1903, anno della sua morte, fu ricordato dal presidente Giuseppe Saranno, durante una seduta senatoriale, con le seguenti parole:
“Patriota insigne, Corrado Niscemi fu tra i capi della cospirazione che precedette in Sicilia la rivoluzione del 1860. Combattente al Volturno sotto gli ordini del Turr, seguì Giuseppe Garibaldi nella più audace delle sue imprese del 1862 e posò le armi sol quando vide la patria redente dalla dominazione straniera. Onore alla memoria del valoroso patrizio!”[1]
Fu proprio a Corrado Valguarnera, e alla moglie Maria Favara, di origini borghesi, che lo scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa si ispirò per i personaggi di Tancredi Falconeri e di Angelica Sedara nel romanzo “Il Gattopardo”.
Bibliografia essenziale
- EMANUELE E GAETANI F.M., marchese di Roccabianca, Della Sicilia Nobile, Palermo, Stamperia de Santi Apostoli per P. Bentivegna, 1754, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1968.
- MUGNOS F., Teatro genologico delle famiglie del Regno di Sicilia, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 2004.