Monumento "AI CADUTI PER LA PATRIA 1915-1918"
print this pageCome avvenne in tutta Italia anche a Viadana, alla conclusione del sanguinoso conflitto 1915-1918, si avvertì la necessità di commemorare i numerosi Caduti sia per lenire l’immane dolore delle famiglie colpite dai lutti sia per la necessità collettiva di dare un senso all’esperienza della guerra da cui tutti uscivano moralmente distrutti.
La prima notizia relativa all’erezione di un Monumento ai Caduti di Viadana compare in un verbale della Giunta Comunale dell’agosto 1919, dal quale risulta una richiesta di contributo economico da parte del Comitato di San Matteo delle Chiaviche, costituitosi spontaneamente per erigere un ricordo marmoreo in onore dei caduti locali. La Giunta di Viadana in risposta fece presente che era sua intenzione prendere iniziativa per la costituzione di un analogo Comitato con lo scopo di erigere nel Capoluogo un ricordo di tutti i caduti del Comune.
Il 4 novembre del 1921 Viadana partecipò alla celebrazione nazionale del Milite Ignoto con un imponente corteo (8000 persone secondo la Voce di Mantova) che si mosse dal piazzale del palazzo scolastico e “in forma ordinata” raggiunse il cimitero del capoluogo ove fu celebrata una messa da un sacerdote soldato. La messa fu salutata con il suono contemporaneo della campana municipale e di tutte le chiese del viadanese. Nel corso del 1921 si costituì anche un Comitato provvisorio per l’erezione del Monumento che verso la fine del medesimo anno aveva già raccolto £ 40.000. Trasformato in Comitato Definitivo o Esecutivo ai primi del 1922 esso venne ininterrottamente presieduto dal dr. Ovidio Contini, veterinario comunale della prima condotta di Viadana. Poco dopo venne costituito anche un Comitato d’Onore composto da personalità rappresentative delle istituzioni religiose (cattolica ed ebraica), scolastiche, militari, amministrative, politiche e dei reduci. La raccolta dei fondi necessari per erigere il monumento, che lievitarono fino a £ 160.000, fu affidata a sottoscrizioni alle quali fu pressantemente chiamata tutta la popolazione compresi i fanciulli e gli scolari, alla realizzazione di pesche di Beneficienza che si tennero nei giorni 1, 2, 3 e 4 ottobre del 1922 e del 1924, a spettacoli teatrali benefici, a donazioni fatte da privati, da ditte locali o esterne, da istituti di credito e persino dalla Casa Reale. Il progetto del monumento fu affidato all’architetto Giuseppe Boni (1884-1936) di Milano, architetto di successo noto in Italia e all’estero, individuato da Vittorio Rota scenografo viadanese presso il teatro alla Scala di Milano, mentre la parte scultorea venne affidata ad Alberto Bazzoni (1889-1973), nativo di Salsomaggiore (PR) autore, tra le tante opere, di numerosi monumenti ai caduti in Emilia e di molta parte delle decorazioni della nuova stazione ferroviaria Centrale di Milano. La responsabilità dei lavori fu affidata dal Comitato ai geometri viadanesi Francesco Besana e Martino Panchieri. Il progetto fu scelto tra due bozzetti che furono esposti al pubblico. Molto si discusse anche in merito all’area ove collocare il memoriale e dopo quella di Porta Nuova e del recinto della Scuola Elementare si optò per l’area antistante il Credito Padano dove sorge tuttora. Numerose furono anche le date preventivate per la sua inaugurazione, ma a causa di ritardi nell’esecuzione di alcune parti si giunse ad inaugurarlo solo il 15 novembre 1925 con un’imponente cerimonia, alla quale parteciparono migliaia di viadanesi, rappresentanti di tutte le organizzazioni fasciste locali e provinciali, organizzazioni di ex Combattenti e autorità politiche quali l’on. Mario Carusi, l’on. Gino Maffei, mantovano, il Grande Invalido Medaglia d’Oro Giorgio Tognoni che tennero propri discorsi, come fecero il Sindaco Enrico Cantoni, il Presidente del Comitato dr. Ovidio Contini e don Luigi Dilda in rappresentanza del Vescovo di Cremona. Il Monumento sorge su un’area recintata in ferro battuto di 144 metri quadrati, si eleva sul piano stradale per circa 7 metri. La parte architettonica si presenta come un’imponente struttura a gradoni realizzata in pietra della Valtellina (detta Serizzo ghiandone), sormontato da un gruppo scultoreo bronzeo formato da tre figure, una figura femminile che rappresenta l’Italia, a seno nudo che sorregge con il braccio sinistro un ampio scudo oplita e nella mano destra abbassata impugna un gladio e due figure maschili: un fante caduto seminudo e un fante nell’atto di scagliare una granata; il fante infatti fu il protagonista indiscusso sui campi di battaglia del primo conflitto mondiale e ritratto in moltissimi monumenti ai caduti. Il valore simbolico che gli artisti hanno voluto attribuire alle figure sono rispettivamente l’Ideale, il Sacrificio e il Valore considerati come sintesi della Grande Guerra degli italiani. Sulla parete anteriore è incisa nella pietra la dedica “AI CADUTI PER LA PATRIA 1915-1918”. Nella parete posteriore un rilievo in bronzo con lo stemma di Viadana riporta l’iscrizione “Erectum MCMXXIV”. Il Monumento di Viadana è un’opera imponente che non trova eguali nei Comuni della zona e neppure in molti capoluoghi di provincia.